Politica
18 Maggio 2021
Cigala Fulgosi: “Siamo alla fantascienza. Bruciare comporta più inquinamento, ma da qui non si scappa”

Inceneritore. La storia si ripete: gli ambientalisti tornano in piazza

Una manifestazione di 15 anni fa davanti all'inceneritore
di Marco Zavagli | 5 min

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Una manifestazione di 15 anni fa davanti all'inceneritore

Una manifestazione di 15 anni fa davanti all’inceneritore

Inceneritore. Oggi come allora gli ambientalisti scendono in piazza. Venerdì 21 maggio, alle 17.30, si terrà in Piazza Castello una manifestazione di protesta contro la decisione di aumentare al massimo l’incenerimento dei rifiuti a Ferrara.

A scendere in campo ci sono alcune delle personalità che oltre 15 anni fa fecero le stesse battaglie. Come la psichiatra Francesca Cigala Fulgosi, allora referente di Ferrara Città Sostenibile e oggi portavoce del comitato La voce degli alberi. O come Tommaso Mantovani, allora nel comitato FerrAria Pulita e oggi consigliere comunale del M5S. Con loro volti giovani, nuove leve del movimento ambientalista che purtroppo trova sempre nuovi terreni fertili per la rivendicazione dei diritti.

E qui, con Hera che porterà a bruciare fino a 142mila tonnellate di rifiuti l’anno di fronte a una amministrazione comunale prona, c’è in gioco il diritto alla salute.

La questione dell’aumento della capacità di conferire rifiuti al termovalorizzatore è stata tenuta segreta dalla giunta di Alan Fabbri ed è venuta a galla grazie a una mozione del Partito democratico. Ma Mantovani non se la sente di dare dei meriti a chi “si scopre improvvisamente ambientalista”, come d’altro canto non riesce a non sottolineare come “la Lega, che durante il ballottaggio prometteva percorsi partecipati specie sui temi ambientali, ora scopre quanto fanno gola i soldi di Hera”.

Il consigliere dei Cinquestelle ripercorre brevemente la storia dell’autorizzazione di via Diana, con il Pd che “concesse a Hera di bruciare 142mila tonnellate, anche se poi si riuscì ad arrivare a una sorta di autoriduzione a 130 nel 2003”.

Insomma, “c’era già la possibilità. Poi il decreto Sblocca Italia ha dato la spinta a bruciare rifiuti da altre regioni ma facendo «salva la compatibilità ambientale nei singoli territori»”.

Mantovani fa presente l’incoerenza dell’amministrazione Fabbri anche laddove nell’ottobre del 2019 aveva approvato all’unanimità una mozione sulla “per la difesa dell’ambiente e il contrasto all’emergenza climatica” presentata dai Cinquestelle.

Nell’occasione l’assessore Alessandro Balboni disse che “l’ambientalismo non è una battaglia di destra o di sinistra, è un valore che per la sua importanza in questo momento storico, caratterizzato da grandi sconvolgimenti climatici, deve essere trasversale”.

“A Ferrara abbiamo il tasso di tumori al colon retto e ai polmoni – riprende Mantovani – più alto della regione. Qui sarebbe già assurdo avere un inceneritore che produce 130mila tonnellate quando il fabbisogno della città è inferiore alle 20mila e quello dell’intera provincia poco superiore alle 50mila”.

Ma “al centrodestra che governa la città fanno gola evidentemente i due milioni di euro che incassa da Hera come azionista. Sicuramente più remunerative delle barricate che fino a poco tempo fa faceva davanti ai cancelli di Via Diana”.

Corrado Oddi del Comitato acqua pubblica ricorda che il 29 ottobre “ci venne detto di no alla proposta di gestione in house del servizio rifiuti, come avvenuto invece a Forlì. Anche per Atersir la proposta era fattibile, ma il Comune l’ha bocciata sostenendo che sarebbe costato troppo un piano di fattibilità. Da allora il tavolo partecipato non è più stato convocato”.

“Siamo alla fantascienza” per Francesca Cigala Fulgosi: “siamo qui, dopo vent’anni, costretti a rifare le stesse battaglie. A qualcuno ancora non è chiaro che se le cose non cambiano ci estingueremo. Bruciare comporta più inquinamento, possono girare i numeri e i dati come vogliono, ma da qui non si scappa”.

L’attivista fa presente che “l’unico dato certo che abbiamo è che la raccolta indifferenziata è molto bassa, quindi non serve aumentare la capacità dell’inceneritore. Tutto il resto da bruciare viene da fuori. Questa decisione è anacronistica verso la storia e le necessità dell’ambiente”.

Anche a Fulgosi non sfuggono eclatanti incongruenze in chi “da una parte si fa fotografare mentre pianta alberi e dall’altra aumenta le emissioni nell’aria”. A questo si aggiunge “il silenzio completo in cui è stato tenuto il progetto. Una mancanza di trasparenza totale. In un mondo in cui tutta Europa punta al riciclo e a rifiuti zero, a Ferrara si decide di aumentare i profitti di Hera”.

La Voce degli alberi chiede quindi al sindaco una revisione immediata dell’Aia (Autorizzazione di impatto ambientale, ndr).

A confermare l’assenza di trasparenza interviene anche Dario Nardi, portavoce della Rete per la giustizia climatica, per far presente che “più di un anno fa abbiamo portato avanti tre petizioni, una delle quali sulla tematica dell’aria. L’assessore all’ambiente non l’ha mai presa in considerazione, non c’è stato nessun tipo di condivisione delle decisioni”.

Lapidario Marco Falciano di Fridays for future: “non crediamo alle lacrime di coccodrillo di chi in passato ha approvato l’inceneritore e la turbogas. Chi brucia inquina, punto”.

Per Fridays for future si alza anche la voce di Letizia Piras, che smonta le scuse dell’amministrazione: “giustificano l’ampliamento parlando di impianto più efficiente quanto a emissioni di CO, senza calcolare l’emissione di polveri sottili. Provate a trovarle nel report di Hera…”.

Per Valerio Aldighieri del M5S è “imbarazzante che il sindaco Alan Fabbri, responsabile della salute dei cittadini. dopo aver organizzato un sit-in nel 2014 e nel 2016 contro l’inceneritore di Hera e i rifiuti provenienti dal sud, dopo aver dichiarato alla vigilia del ballottaggio che avrebbe ridimensionato il potere di Hera, ora si nasconda davanti all’evidenza dei fatti, e mandi avanti un impalpabile assessore all’ambiente a raccontarci che si sono opposti, quando in realtà hanno rinunciato al confronto e addirittura tentato di far passare sotto silenzio la questione che porterà l’impianto a operare a pieno regime. Una presa in giro nei confronti dei ferraresi”.

Delusione anche da parte di Laura Felletti di Plastic free: “noi da anni raccogliamo tonnellate di rifiuti abbandonati e facciamo il possibile per differenziare il materiale raccolto. Sarebbe triste pensare che i nostri sforzi sono vani”.

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