Salute
2 Maggio 2021
Tempestività di intervento, proattività dei servizi e integrazione degli interventi tra i principi che stanno alla base del lavoro di Ausl. Carozza: "Fondamentale l'attività degli psicologi"

Disturbi mentali. Le giovani generazioni tra le fasce più vulnerabili

di Redazione | 2 min

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di Davide Soattin

Tra le fasce d’età più vulnerabili alle malattie e alle problematiche riconducibili a disturbi mentali ci sono soprattutto le generazioni più giovani, vittime – spesso a loro insaputa – di un fenomeno che nell’ultimo periodo si sta sempre più diffondendo all’interno della nostra società.

A porre il focus sulla questione è stata Paola Carozza, direttrice del dipartimento di Salute Mentale di Ausl Ferrara, da anni attivo sul territorio per prevenire il problema, specialmente negli adulti di domani: “Tra le risorse che mettiamo in campo per supportare gli adolescenti ci sono gli psicologici, utilizzati per curare la disorganizzazione emotiva e comportamentale e l’uso di sostanze nella fascia di età dai 12 ai 20 anni”.

“Queste figure – prosegue la dirigente Ausl – vengono prevalentemente utilizzate per intervenire sul disturbo di questi ragazzi, per far sì che nella fase della loro vita più promettente non interrompano gli studi e la loro prospettiva evolutiva. A questo proposito è necessario potenziare ancora di più la presenza di psicologi rispetto a quella di medici e neuropsichiatri, che invece affrontano la questione dal punto di vista della dimensione bioneurologica”.

Nello specifico – entra nei dettagli Carozza – l’Ausl ha tre principi che stanno alla base del suo lavoro: “Il primo è la tempestività di intervento, dal momento in cui dobbiamo intervenire al primo episodio di malattia. È evidente che così facendo i tassi di disabilità e di aggravamento si riducono, tant’è che, se interveniamo nel primo anno di malattia, abbiamo la probabilità di guarigione che è del 90% con ripresa del funzionamento sociale e la riduzione di sintomi e ospedalizzazioni nei pazienti”.

“Il secondo invece – aggiunge – riguarda la proattività dei servizi, che devono essere vicini ai cittadini e non aspettare che siano le persone a consultarli. Nel periodo di Covid, ad esempio, abbiamo attivato un potenziamento domiciliare perché spesso le persone non ci raggiungono. Questo sarà utile per prevenire le ricadute e avviare un’azione preventiva. Dal lockdown in poi, i nostri servizi si attivano tutti i giorni per i pazienti a rischio con telefonate, videochiamate e visite domiciliari se necessario”.

“Infine – ha concluso Carozza, illustrando le modalità operative e di intervento dell’Ausl – un ruolo fondamentale viene ricoperto dall’integrazione degli interventi e delle figure professionali. Questo perché con molte persone che soffrono di malattia mentale non è efficace solamente l’intervento farmacoterapico, ma è necessaria una equipe multidisciplinare composta da psicologi e da assistenti sociali, oltre che da educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica e medici della medicina generale, come già qui a Ferrara abbiamo creato”.

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