Lidia Bellodi taglia la torta del suo 90mo compleanno
Bondeno. Si è spenta in una casa di riposo a Molinella a 95 anni Lidia Bellodi, l’ultima superstite dell’epico assalto delle donne al municipio di Bondeno la mattina di domenica del 18 febbraio 1945.
Quel giorno, ad appena 19 anni, prese parte parte all’assalto che distrusse l’archivio anagrafico del Comune matildeo.
L’intento era impedire che la Repubblica sociale italiana chiamasse alle armi gli uomini della zona.
“All’inizio sembravamo sole – ricordava Lidia Bellodi in una delle tante occasioni pubbliche in cui fu chiamata a testimoniare in qualità di medaglia di bronzo della Resistenza -, poi saremmo diventate più di 200. Abbiamo appeso gli striscioni e sfondato le porte del Municipio, siamo salite fino al terzo piano e abbiamo iniziato a buttar giù dalla finestra i libri e i fogli. Qualcuno ci lanciò una scatola di fiammiferi”. E ai fascisti non rimase che raccogliere solo cenere.
All’arrivo delle camicie nere furono ferite due donne e arrestate sette.
Lidia si salvò e da allora continuò la sua attività clandestina come staffetta partigiana. “Incontravamo dei nostri compagni di scuola – raccontava – che dicevano di doversene andare in guerra, eppure non avevano né divisa né scarpe. Li mandavano così, allo sbaraglio, appena compivano 18 anni”.
I funerali si svolgeranno domani (venerdì 26 febbraio) alle 15 a Molinella.
“Lidia, la coraggiosa ci ha salutate – commentano l’Udi di Bondeno e l’Udi di Ferrara -. Lidia ci ha lasciate sole. È il sentimento che molte di noi, seppur di generazioni più giovani, proviamo alla notizia della sua scomparsa. Ci sentiamo orfane di una madre il cui esempio di vita, ci ha aiutate e insegnato a superare momenti difficili”.
L’Udi ricorda che Lidia “dalla scelta antifascista, all’impegno di ricostruzione sociale del dopoguerra, è stata sempre dalla parte dei più fragili, donne e uomini. Non è mai venuta meno ai suoi principi che l’avevano portata a scelte di vita anche pericolose”.
“Lidia con orgoglio ha raccontato a centinaia e centinaia di giovani studenti – aggiunge l’Udi – questa storia incredibile e come gli ideali di giustizia vadano perseguiti a costo di tutto. Principi che non sono mai venuti meno in lei. Infatti fino a quando la salute glielo ha permesso si è impegnata nelle varie organizzazioni democratiche presenti a Bondeno, dall’Anpi all’Udi”.
E proprio “noi dell’Udi, che apparteniamo ad una associazione nata dalle macerie della guerra e impegnata fin da subito per dare dignità alle donne, per percorrere un cammino di emancipazione, libertà e solidarietà, dobbiamo molto all’insegnamento di Lidia”
“È da donne come lei – conclude l’Udi – che ereditiamo un testimone carico di principi e di valori, una responsabilità grande che i danni della pandemia evidenziano oggi ancora di più. Ciao Lidia, ce la metteremo tutta per non deluderti”.
“Addio a una donna coraggiosa – commenta la capogruppo del Pd in Regione, Marcella Zappaterra -. Aveva solo 19 anni all’epoca, quando ha scritto una delle pagine più significative della Resistenza dell’Emilia-Romagna. Mi piace pensare al messaggio che ci lascia: il coraggio di esporsi in prima persona contro la violenza e contro il fascismo”.
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