Attualità
25 Febbraio 2021
Il rettore fa marcia indietro sulla presidenza del Cda, ma tira dritto sull'elettorato attivo. La nuova Carta costituzionale in vigore da aprile

Il Ministero ‘boccia’ le modifiche di Zauli allo statuto Unife

di Daniele Oppo | 3 min

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Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha ‘bocciato’ due delle più importanti modifiche introdotte dal rettore Giorgio Zauli nel nuovo statuto di Unife.

Si tratta di quella sulla presidenza del Cda, tolta dalle mani del suo successore, e quella sul nuovo assetto dell’elettorato attivo.

Per entrambe sono giunte osservazioni sfavorevoli da Roma, che hanno determinato una marcia indietro nel primo caso, con il ritorno allo status quo ante, mentre per l’elettorato attivo si è deciso di ignorare di fatto il parere del Mur.

Il risultato è che anche il prossimo rettore presiederà in automatico il Consiglio di amministrazione dell’Università, ovvero l’organo d’indirizzo politico più importante dell’Ateneo. La proposta fatta approvare inizialmente da Zauli, e molto contestata anche all’interno dell’università, era invece quello di far eleggere il presidente all’interno del Cda stesso, scegliendo tra i membri esterni all’Ateneo, con il rischio che il suo successore divenisse un’anatra zoppa.

Una impostazione difesa fino all’ultimo e a spada tratta da Zauli, ma che da Roma è stata di fatto cassata, costringendo il rettore, che è in scadenza di mandato, a fare una importante marcia indietro.

“Ho ritenuto opportuno cogliere una richiesta di riformulazione del Ministero, che si è espresso al termine dei 60 giorni previsti per legge, in merito alla presidenza del Consiglio di Amministrazione – afferma Zauli in una nota pubblicata sul sito di Unife -. In coerenza con le previsioni della Legge Gelmini, avevamo proposto di aggiungere l’opzione che questa potesse essere attribuita a uno dei consiglieri esterni ai ruoli dell’Ateneo, eletto dal consiglio stesso, e non quindi necessariamente al Rettore. In seguito al riscontro giunto da Roma, ho proposto agli Organi di Unife che hanno deliberato in questo senso, di accogliere l’invito a mantenere la formulazione precedente, che prevede che sia il Rettore di default a svolgere questo ruolo”.

Il parere negativo del ministero è stato anticipato con una cordiale telefonata della nuova ministra Cristina Messa, che dal 2013 al 2019 è stata rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

“Ho apprezzato la cortesia della collega Messa, che ha voluto accompagnare il formale riscontro anche con un confronto telefonico – afferma Zauli -. Nell’occasione, le ho porto i migliori auguri di buon lavoro, in particolare in prospettiva della valorizzazione della performance degli Atenei. In questo l’Università di Ferrara, da almeno due anni, si è certamente distinta nel panorama nazionale, sia nell’ambito della ricerca che in quello della didattica”.

Il ministero, come detto, ha bocciato anche l’altra, delicata modifica sull’elettorato attivo per l’elezione del rettore – che è problematica per il peso assegnato al personale amministrativo e anche alla componente studentesca dell’Università – ma in questo caso Zauli e gli altri organi di Unife hanno deciso di non accogliere le osservazioni pervenute da Roma, considerandole un “invito a riflettere” e usando a pieno l’autonomia riservata alle università. “Si tratta di un aspetto che era stato lungamente vagliato dagli organi in precedenza, e sul quale quindi è stato deliberato di restare fermi nella proposta iniziale”, conclude il rettore.

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la “Carta costituzionale” di Unife dovrebbe entrare in vigore da circa metà aprile.

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