Circa venti persone sono finite in quarantena all’interno del dormitorio di via XX Settembre. La struttura, gestita dalla cooperativa Monsignor Franceschi, nei giorni scorsi ha visto un proprio operatore risultare positivo al Covid. Da quel momento è scattato l’isolamento domiciliare.
E per loro, i 15 ospiti “storici” (12 uomini e 3 donne) ai quali si sono aggiunti – come richiesto in sede di commissione territoriale – altri sei posti letto, ora occupati da sei uomini, quel dormitorio è la loro casa.
Per loro i tamponi verranno effettuati il 4 febbraio. Al momento solo gli ultimi sei arrivati lo hanno eseguito. Nel frattempo, dati gli spazi stretti del dormitorio, con 4 letti per stanza, tra gli ospiti c’è il timore di un contagio interno alla struttura. Tra loro un paio di persone è affetto anche da patologie importanti.
L’operatore positivo è già a casa da alcuni giorni, dopo aver accusato i primi sintomi classici del Coronavirus, fa sapere la presidente della struttura, Chiara Sapigni.
“Abbiamo applicato le prescrizioni di Asp e Ausl, che a loro volta si muovono su indicazioni ministeriali – spiega l’ex assessore alla salute -. È chiaro che il tampone, visti i tempi di incubazione del virus, non lo puoi fare il giorno dopo rispetto a un contatto sospetto. L’attesa del decimo giorno è prassi”.
Sapigni chiarisce che “non abbiamo deciso niente in autonomia e non c’è stata nessuna azione o provvedimento dettato da discrezionalità”.
Tra gli ospiti in isolamento c’è anche un operatore, “un volontario che già prima dormiva con loro”. Ora, “stiamo cercando di essere vicini a queste persone. Abbiamo sempre fornito i dispositivi di protezione individuale”.
Gli ospiti fino ad oggi non mangiavano nel dormitorio. Molti di loro si recavano in mensa. Ora, che sono costretti a farlo, “facciamo arrivare i posti monodose più volte al giorno in diverse fasce orarie attraverso i nostri operatori, che si impegnano per garantire una presenza costante”
“Dobbiamo avere pazienza e star loro vicini – aggiunge Sapigni -. È una situazione pesante da affrontare, ma non si può fare diversamente”.
In attesa del tampone, infine, se qualche ospite manifestasse sintomi da Covid, “attiveremo il medico di base o, se di notte, la guardia medica, come previsto in questi casi”.
“La situazione è sotto controllo – conclude -. Durante il giorno, magari nelle ore meno fredde, c’è un giardino grande dove possono camminare, prendere una boccata d’aria, e – per quanto possibile – rilassarsi”.
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