La Questura di Ferrara ha notificato sette Daspo, provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive, ad altrettanti ultras già denunciati all’autorità giudiziaria, per un complessivo di anni 19, in relazione alla vicenda dell’esposizione della testa di suino nei pressi del Centro Sportivo della Spal, il 30 luglio scorso.
Le indagini, concluse in breve tempo, sono state poste in essere dalla “Squadra Tifoserie”, incardinata all’interno della Sezione Informativa della Digos.
Un atto intimidatorio, quello del 30 luglio scorso nei pressi del centro sportivo della Spal, i cui autori sono stati individuati dopo le indagini della Digos con conseguente denuncia a novembre per il reato di minaccia aggravata (la testa di suino era anche accompagnata da uno striscione con la scritta “Via i porci da Ferrara”) di sette ferraresi frequentatori della Curva Ovest dello stadio “Paolo Mazza”. Il gesto era stato messo in atto all’indomani dell’ennesima imbarazzante sconfitta dei biancazzurri contro il Verona.
Una macabra e inquietante protesta, dal tono intimidatorio, che ha fatto intervenire sul posto il personale della Digos, assieme a operatori della Polizia Scientifica, per effettuare i rilievi del caso. Purtroppo le uniche telecamere della zona non erano in funzione nel momento in cui era avvenuto il fatto, a causa di un guasto tecnico, così gli inquirenti si sono concentrati sull’unico elemento che avevano a disposizione, ovvero il codice di allevamento stampato sul padiglione auricolare della testa dell’animale, parziale poichè l’ultima cifra era abrasa. Si è proceduto con l’acquisire informazioni, dagli esperti del settore, su come funzionasse la filiera degli allevamenti dei suini e in questo modo, con massimo tempismo, si gli operatori della Digos sono riusciti a risalire alla provenienza della testa di suino. Quel suino, da un allevamento del Veronese, era stato regolarmente scortato presso un importante macello del mantovano per poi essere venduto, nei vari tagli, in diverse macellerie del nord Italia. La Digos ha passato al setaccio le numerose macellerie della provincia di Ferrara riuscendo a individuare quella che, lo scorso 29 luglio, aveva venduto una testa di suino proveniente proprio dal macello di cui sopra. Assunte le testimonianze del caso e acquisita la documentazione probante, gli inquirenti hanno così identificato l’acquirente, un ferrarese di 45 anni frequentatore della locale Curva Ovest.
In seguito l’autorità giudiziaria ha disposto la consulenza tecnica sul telefono cellulare sequestrato al 45enne e, dai successivi sviluppi, nonché dalla certosina analisi delle celle telefoniche che coprivano la zona del reato quella notte, gli inquirenti hanno denunciato altre sei persone, tutte note come appartenenti al gruppo ultras “Otto Settembre”.
Ora, dopo la denuncia, agli stessi sette ultras sono stati notificati altrettanti Daspo. Il termine Daspo è l’acronimo di “Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive” ed è una misura per contrastare la violenza negli stadi e, solo successivamente, è stato esteso anche ad altri ambiti, con l’introduzione, del Daspo urbano strumento utilizzato per garantire la vivibilità e il decoro delle città.
L’inosservanza comporta l’allontanamento dal luogo e l’irrogazione di una sanzione pecuniaria amministrativa di importo compreso tra 100 e 300 euro. Il Daspo vieta al soggetto ritenuto pericoloso di accedere ai luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive e può durare da uno a cinque anni. Può essere accompagnato dall’obbligo di presentazione a un ufficio di polizia durante le manifestazioni vietate. Il contravventore alle disposizioni del Daspo è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 10.000 a 40.000 euro.
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