Economia e Lavoro
7 Dicembre 2020
Secondo tentativo per la riapertura del locale che ha fatto la storia delle serate ferraresi. Simone Zanella: "Se non ci aiutiamo noi, non ci aiuta nessuno"

Da discoteca a cucina di pesce: il Sinatra sfida la crisi e diventa Cosmo

di Redazione | 4 min

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Doveva inaugurare lo scorso 5 novembre, ma il penultimo Dpcm l’ha stroncato sul nascere. Il locale che ha fatto la storia delle serate ferraresi – e non – da sessant’anni a questa parte, ci riprova, sfida la crisi e fissa la data di un cambiamento che non ha precedenti: martedì 8 dicembre – rigorosamente a pranzo – con il ritorno a regione gialla, al civico 23 di via Canalazzi a Corlo il celebre Sinatra diventerà ufficialmente Cosmo.

Ci racconta i dietro le quinte il titolare Simone Zanella, che tramanda la generazione della famiglia degli storici muri del locale.

Come e quando è nata l’idea? È stata una conseguenza del lockdown oppure era già in essere da prima?

“Assolutamente, non avremmo mai pensato di fare un cambiamento del genere se non fosse stato per il lockdown. Siamo chiusi da febbraio, e sapevamo già allora che le discoteche non avrebbero visto la primavera almeno fino al 2021. Adesso forse nemmeno fino al 2022. Ma le tasse si devono pagare lo stesso, e durante l’estate abbiamo visto che il settore della ristorazione era ripreso, e stava più o meno reggendo anche con le norme Covid. In qualche modo dovevamo inventarci qualcosa per riprendere a lavorare. Anche perché abbiamo un team di professionisti specializzato da anni in questo settore, e reinventarsi in altro ambito non è sempre facile, né a volte possibile, specie adesso. Ho un amico che ha un locale a Montecarlo, una catena che sta andando tantissimo anche in altre città importanti come Londra e Dubai, e ci è piaciuto molto il concept, da cui abbiamo preso spunto”.

Che cosa caratterizzerà dunque Cosmo? E come mai la scelta di questo nome?

“Sarà un locale cosmopolita, in tutti i sensi della parola, ecco perché Cosmo. La cucina, che sarà prevalentemente di pesce, avrà contaminazioni un po’ da tutto il mondo. Oltre al ristorante, ci sarà poi la parte dell’intrattenimento, che ci portiamo dietro dal nostro ambiente e dal nostro passato: ci sarà quindi la musica, il dj set, che ovviamente adatterà il suo stile al nuovo locale, più lounge. Ci sarà poi il cocktail bar, il tapas bar, e una cigar room: un’offerta diversa dal solito, che pur mantenendo alta la qualità, la diversifica per tutte le tasche. Essendo poi fuori dal circuito cittadino, l’idea dei salotti dà la possibilità di trattenersi anche più a lungo. Da ultimo, ci sarà un’installazione di video-arte sulla parete del ristorante, visibile da ogni zona del locale”.

Verrà utilizzato tutto lo spazio della discoteca? Che capienza avrà?

“No, utilizzeremo solo una parte della discoteca, che sono all’incirca mille metri quadri, per una capienza massima – con le norme Covid ovviamente – di 200 persone, di cui 100 nel ristorante e altrettante tra tapas bar e salotti. Questo sarà un progetto che intende rimanere fisso: se anche riapriranno un giorno le discoteche, riapriremo le restanti sale che abbiamo, ma ‘Cosmo’ rimarrà”.

La domanda che nessuno vorrebbe fare: che prospettive ci sono visto il momento storico ed economico soprattutto per il settore della ristorazione?

“Io devo essere ottimista per forza [sorride]. Ferrara per fortuna è sempre stata un’isola abbastanza felice per quanto riguarda i contagi. Con il ritorno a regione gialla abbiamo riadattato i nostri orari al momento del pranzo, tutti i sabati e le domeniche saremo aperti dalle 12 alle 18: abbiamo la massima flessibilità per adattarci, dobbiamo trovare tutti i modi per continuare a lavorare. Tutti ci stanno dando dei pazzi ad aprire in un periodo così critico, ma certe volte nelle difficoltà ci sono le occasioni, e spero che da una situazione del genere per noi possa essere così”.

Che effetto fa chiudere il capitolo Sinatra? Da quanti anni era ufficialmente aperto?

“Il locale ha aperto esattamente nel ’59, e fa un certo effetto. Ha passato tutte le crisi dei sessant’anni a questa parte, e parlando con gli ‘anziani’ della famiglia, nemmeno quando c’è stata la crisi petrolifera si è vista una cosa così. Ma il dispiacere non è tanto per noi, quanto per il nostro team, i nostri professionisti che ci hanno accompagnati in questi anni, e la cosa che ci fa più piacere nel progetto Cosmo, è riuscire a mantenere almeno una parte di loro. Anche perché, per i professionisti del nostro settore, questa non è una crisi circoscritta alla nostra zona, non si può andare a cercare fortuna da un’altra parte. Quindi il piacere più grande è riuscire a dare ancora lavoro a loro, perché se non ci aiutiamo noi, non ci aiuta nessuno”.

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