Faccio il sovversivo
26 Novembre 2020

Saluti a pugno chiuso al Compagno Maradona

di Faccio | 2 min

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El pibe de oro, Diego Armando Maradona, ha terminato la sua vita terrena.
L’ho sempre amato, fin dal 1982 quando cominciai a capire di calcio.
Maradona o Pelè?
Maradona per sempre.
Maradona o Zico?
Con tutto il rispetto per Arthur Antunes Coimbra, io ero con Diego fin da subito.
Ciao Diego Armando, ti ho sempre difeso da tutte le critiche.
Io, tifoso dell’Internazionale Milano… quante volte ci hai fatto “soffrire”.
Soffrivo, sì, ma vedevo che eri un grande giocatore di calcio, la tua grandezza era più forte del mio essere dispiaciuto.
Hai avuto problemi con la cocaina, lo so, ti ascoltavo quando nelle interviste lo dicevi, però quando entravi in campo eri tu, in campo c’era Maradona, non un uomo sotto l’effetto di droghe. In quei 90 minuti vincevi, anche se per poco, persino la tua dipendenza.
Quanto mi piaceva vederti ballare il tango con il pallone, che pareva incollato ai tuoi piedi, al tuo sinistro.
Ricordo di aver visto in diretta quello che per me e per molti è il goal più bello della storia, nei mondiali del Mexico 1986: contro l’Inghilterra partisti da centrocampo per poi scartare anche il portiere e metterla in porta.
Cosa importa, poi che nella stessa partita sia stato realizzato conche il celeberrimo goal di mano, quella “mano de Dios” che diede tanto scandalo?
Mi dispiace che tu non ti sia goduto le tue bambine o la tua famiglia, sempre per quella maledetta cocaina.
Eri nato dal nulla, in una povera famiglia povera, tuo padre faceva il facchino e tua madre, la sera, ti faceva salire sulla schiena del tuo papà, dicendoti che era per fargli un massaggio.
Ciao Diego amico di Fidel, affascinato da Ernesto Che Guevara, saluti con il pugno chiuso, a te, Argentino, per Cuba e per tutta l’America Latina.

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