Politica
24 Novembre 2020
Bocciate invece le mozioni su micromobilità elettrica e assistenza sanitaria di base nelle frazioni

Rischio suicidi post lockdown, mozione per uno sportello di consulenza in Comune

Il consigliere di FdI Federico Soffritti
di Redazione | 5 min

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Il consigliere di FdI Federico Soffrittidi Matteo Bellinazzi

Monitorare la situazione drammatica di perdita di posti di lavoro e imprese, con il conseguente rischio di incremento dei suicidi, e valutare l’opportunità di creare uno sportello comunale per consulenze gratuite preventive sulla applicazione del codice delle insolvenze.

È quello che ha chiesto in una mozione, poi approvata a maggioranza, Federico Soffritti in consiglio comunale. A supporto della sua richiesta il consigliere di Fratelli d’Italia ha citato i dati Istat, secondo i quali il lockdown causato dalla pandemia avrebbe provocato nel nostro paese una perdita di 500mila posti di lavoro in tre mesi, con una previsione di calo del 9,3% degli occupati a tempo pieno per il 2020.

A fronte di questi dati, la preoccupazione di Soffritti – che sul punto cita anche il presidente dell’Osservatorio violenza e suicidio, lo psicoterapeuta Stefano Callipo – è quella di una possibile impennata di suicidi per motivi economici nel nostro paese, che riguarda imprenditori e singole famiglie, con una previsione che il picco tenderà ancora ad aumentare.

In consiglio si sono discusse anche altre due mozioni, questa volta presentate dal gruppo Pd. L’assistenza sanitaria di base è stata la prima, illustrata da Francesco Colaiacovo, che ha riportato il caso della cessazione del servizio del medico di medicina generale di Casaglia, Ravalle e Porporana, la dottoressa Anna Maria Luciana Russo, la quale aveva comunicato di cessare il servizio in queste frazioni dal 31 ottobre scorso per ragioni legate all’insostenibilità economica della proposta di contratto avanzata dall’Amministrazione comunale.

Una situazione che è diventata occasione per il gruppo consiliare del Pd per la presentazione della mozione con la quale si vorrebbe impegnare la giunta ad “attivare un tavolo di confronto e concertazione con l’Azienda Usl, per costruire proposte che incentivino i medici di medicina generale a garantire nell’immediato l’apertura di ambulatori, nelle frazioni di Ravalle, Casaglia e Porporana e più in generale dare risposte a situazioni analoghe presenti nelle frazioni del Comune di Ferrara”.

A tale proposito “sarebbe sufficiente offrire locali di proprietà pubblica, attualmente non utilizzati e di difficile fruibilità, sollevando il professionista da alcuni oneri che per il Comune rappresenterebbero spese lievi a fronte di un servizio di grande rilevanza per la vita dei cittadini residenti a Porporana, Ravalle e Casaglia”.

“Sin da subito l’amministrazione ha cercato di andare incontro alla dottoressa Russo, che aveva il desiderio di ampliare il servizio, facendo in modo di fornirle ulteriore spazio a Porporana e Ravalle” risponde l’assessora alle Politiche sociali Cristina Coletti, sostenendo superflua la costituzione del tavolo per affrontare questa tematica, “in quanto rientra nella normale attività di confronto e condivisione che un’amministrazione ha con un’azienda sanitaria”.

Il Comune di Ferrara e Azienda Usl hanno lavorato in sinergia per dare risposta alle frazioni e la richiesta dell’amministrazione di non limitarsi ad attendere il bando regionale per l’individuazione della zona carente, a seguito dell’abbandono da parte della dottoressa Russo. L’Azienda Usl ha accolto la richiesta anticipando l’esito della procedura con un incarico, per favorire l’insediamento del medico, rendendo disponibili gli immobili di Porporana e Ravalle attraverso la formula del contratto di comodato”.

Il gruppo Pd si è poi mosso anche sul tema della micromobilità elettrica nel Comune di Ferrara che ha esposto il consigliere Davide Bertolasi. “Mozione – ha detto – che nasce dopo che il Governo ha dato la possibilità ai Comuni della sperimentazione per la micromobilità elettrica. Sperimentazione che nasce dal fatto che questi dispositivi non erano contemplati dal codice della strada e quindi c’era bisogno di una serie di deroghe”.

La sperimentazione prevedeva che i comuni richiedessero un’autorizzazione al ministero delle infrastrutture e dei trasporti e che questa richiesta dovesse essere deliberata dalla giunta entro il 27 luglio del 2019, prorogata alla stessa data del 2020. Il vicesindaco Nicola Naomo Lodi aveva liquidato l’interrogazione affermando la pericolosità di questi dispositivi, non volendo procedere alla sperimentazione”.

“La micromobilità elettrica può solo creare ulteriori situazioni di insicurezza – ha affermato però Roberta Fusari – sia per chi la pratica che per gli altri”. La rappresentante di Azione civica ha però specificato di essere favorevole a questo tipo di mobilità accusando l’amministrazione di “non aver fatto nulla per ridurre il traffico delle auto che affollano il centro storico non creando quindi le condizioni per introdurre e regolamentare tale tipo di mobilità. Alla base delle scelte di questa amministrazione deve esserci quella di rendere la città praticabile per la mobilità sostenibile, cosa che oggi non è così”.

“Una città che vuol essere sostenibile economicamente e dal punto di vista ambientale e della sanità deve incentivare i mezzi della mobilità dolce” ha aggiunto Aldo Modonesi, sottolineando “positivamente che il tema della mobilità sostenibile sia condiviso dai più”.

“Va ricordato però – ha messo l’accento Modonesi – che gli altri strumenti non sono spariti, e se non regolamentati sono fuorilegge. Vale a dire che va chiarito ai ferraresi il fatto che non possono essere usati, e che verranno multati e sequestrati in assenza di regolamentazione, rendendo indispensabile la possibilità di sperimentare la regolamentazione. L’impegno che chiediamo al sindaco e la giunta è riaprire a questa possibilità”.

Dai toni forti la risposta alla mozione da parte del vicesindaco, nonché assessore alla mobilità, Nicola Naomo Lodi, il quale assicura che l’amministrazione non è stata inerte sulla mobilità in questi mesi.

Sul tema in questione il rappresentante della Lega ha dichiarato di voler far precedere la fase di sperimentazione da quella di “studio e valutazione della messa in atto di questo tipo di mobilità”.

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