Cronaca
10 Novembre 2020
La Corte di Appello ha accolto la richiesta di concordato delle difese. A Conforti 2 anni

Crac Cmr, pena più che dimezzata per Caravita

di Redazione | 2 min

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Pene più che dimezzate per l’ex dg di Cmr Pier Bruno Caravita e Paolo Conforti del Gruppo Nettuno.

La corte di Appello ha così ‘ratificato’ l’accordo tra la difesa – sostenuta dall’avvocato Lorenzo Valgimigli – e la Procura generale per un concordato con rinuncia ai motivi dell’appello che prevedeva, appunto, la riduzione della pena a 3 anni e 8 mesi, comprendendola concessione a Caravita delle attenuanti generiche negate dal Tribunale di Ferrara, considerando le attenuanti prevalenti sulle aggravanti.

Stessa sorte per Paolo Conforti del Gruppo Nettuno, altro protagonista di primo piano della vicenda giudiziaria, che venne condannato a 5 anni e 6 mesi di reclusione.

Per Caravita i giudici di primo grado avevano emesso una condanna a 8 anni di reclusione e 4 milioni di euro di risarcimento a favore del fallimento, costituitosi parte civile in giudizio tramite l’avvocato Eugenio Gallerani.

Le pene decise in appello invece parlano di 3 anni e 8 mesi per Caravita e 2 anni per Conforti.

All’ex dg della cooperativa di Filo di Argenta, fallita nel 2011 con un buco da 40 milioni di euro, erano contestate la vendita di patrimoni, asset e partecipazioni azionarie che avrebbero sottratto beni agli organi del fallimento della Cmr.

C’erano poi le operazioni immobiliari per la costruzione del centro commerciale Porta Malatestiana e, soprattutto, quelle a Marinara di Ravenna, in particolare l’hotel Holiday Inn: qui la Cmr vantava un credito ci circa 6 milioni verso la società Ecis e aveva accettato come modalità di pagamento la cessione di un credito di 7,2 milioni che Ecis vantava a sua volta nei confronti di Arca, azienda che aveva appaltato la realizzazione dell’Holiday Inn proprio a Ecis e da questa subappaltata a Cmr, ma così Cmr avrebbe rinunciato al credito nei confronto di Ecis diventando creditrice di Arca, che si era già rivelata inadempiente.

Eugenio Gallerani, avvocato della curatela fallimentare, rappresentata dalla dottoressa Raffaella Margotti, per quanto riguarda la sola posizione di Caravita, si è detto “soddisfatto in quanto il processo si è concluso con la conferma della bontà dell’impianto accusatorio”.

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