Politica
30 Ottobre 2020
I due assessori in una nota danno cifre sbagliate. Poi parlano del piano occupazionale dopo l’annuncio dello sciopero del 6 novembre

Fake news dal Municipio. Travagli e Fornasini provano a difendere il sindaco sui costi dello staff

di Redazione | 5 min

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Due ferraresi, una donna di 46 anni e un uomo di 55 anni, rispettivamente amministratore di diritto e di fatto di una società fallita con sede nell'Alto Ferrarese, sono stati condannati a 6 anni e 4 anni e 4 mesi dal tribunale di Ferrara con l'accusa di bancarotta fiscale

“Non risultano fondate le polemiche, sollevate anche all’interno del consiglio comunale, relative alle spese dello staff di supporto al primo cittadino”. È l’affermazione, contenuta in una velina del Municipio, che arriva dalla bocca degli assessori al personale Angela Travagli e al bilancio Matteo Fornasini.

“E’ bene chiarire – si legge – che nel personale di staff non rientra, per funzioni e tipologia contrattuale, la figura del direttore generale e della sua segreteria (costituita da un unico dipendente a tempo indeterminato). Attualmente in termini contrattuali e di funzione lo staff del sindaco è composto dal capo di gabinetto Alessia Pedrielli (figura presente anche durante il mandato Tagliani), portavoce Michele Lecci (figura presente anche durante il mandato Tagliani), segreteria particolare e istruttore della comunicazione Filippo Manvuller (legato al progetto Ferrara Rinasce per la promozione della città)”.

A questi dati i due assessori aggiungono tre membri della segreteria (dipendenti comunali a tempo indeterminato), “per un totale di costo annuo di euro 381.080″.

Poi Travagli e Fornasini provano a fare un confronto con l’amministrazione Tagliani, dove “lo staff era composto da capo di gabinetto, portavoce, 4 membri della segreteria (dipendenti comunali a tempo indeterminato) e 2 assunti (in staff ad un assessorato ex art.90) per un totale di costo annuo di 436.962 euro”.

Pochi mesi fa Fornasini dava altri numeri ancora, sostenendo in consiglio comunale che lo staff di Tagliani fosse invece composto addirittura “di 13/14 persone”.

Ma Travagli e Fornasini offrono ai loro cittadini cifre sbagliate. Il costo dello staff di Tagliani, considerando anche il direttore operativo Moreno Tommasini, era di 356.824,29. La cifra reale viene dagli uffici del personale.

Ma i due assessori vanno avanti e sostengono che “come si evince dal raffronto (con dati sbagliati come appena detto, ndr), il risparmio dell’attuale staff del sindaco rispetto a quello di prima è pari a circa 55mila euro all’anno con una riduzione complessiva del 12%”.

La realtà vede invece, considerando questi soli dati, una spesa maggiore di quasi 30mila euro. Ma vengono poi altre voci di spesa, abilmente nascoste con una sorta di gioco delle tre carte.

Lo staff di Tagliani vedeva come portavoce e capo di gabinetto Anna Rosa Fava e Giovanni Lenzerini, che erano dipendenti comunali e non figure esterne che andavano ad aggiungersi come nuovi capitoli di spesa.

C’era poi la segretaria particolare di Tagliani, anche lei già dipendente comunale. Mentre Alan Fabbri ha assunto una figura fiduciaria esterna, Carla Bazzan, con contratto di categoria C1 e con un compenso di 65mila euro annui, oltre il doppio dei ‘normali’ stipendi dei dipendenti con lo stesso inquadramento.

Due delle figure che figuravano nello staff di Tagliani, poi, erano solo nominalmente nello staff del sindaco, essendo ‘dirottate’ verso la gestione dell’Urban Center e non adoperate per la propaganda istituzionale.

Quanto al direttore generale Mazzatorta (la figura che ha scritto il programma elettorale di Fabbri), i sindacati parlano infatti di contratto fiduciario.

A parte la fake news di giunta, la nota continua con il capitolo personale. Il 6 novembre ci sarà lo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro la carenza di personale e la riorganizzazione.

“La volontà dell’amministrazione è rendere la macchina comunale meno onerosa e più efficiente nei servizi ai cittadini e alle imprese – assicurano Travagli e Fornasini – e in questo senso abbiamo fatto scelte precise relative, in particolare, al numero dei dirigenti che è stato fortemente ridotto. Quando ci siamo insediati nel giugno 2019 il Comune di Ferrara aveva ben 31 dirigenti e due alte professionalità: un numero decisamente sproporzionato e troppo elevato di posizioni apicali e che costavano complessivamente più di 3 milioni di euro ogni anno”.

Quanto alla struttura organizzativa, questa “era costituita da tre aree, al vertice dei Settori e dei Servizi, con a capo ben 3 direttori, un direttore operativo, un direttore tecnico e un direttore servizi alla persona, i quali incidevano sul bilancio comunale per circa 430mila euro all’anno. La nuova riorganizzazione ha previsto l’eliminazione delle Aree e dei relativi tre direttori e l’individuazione di un unico direttore generale, con una conseguente riduzione dei costi dei vertici apicali rispetto al passato, pari a circa euro 280mila euro all’anno”.

Tenendo per buone le cifre, i dirigenti sono stati ridotti da 31 a 20 “con una conseguente riduzione del costo di circa 900mila euro all’anno e la stessa razionalizzazione è stata adottata per la società Holding Ferrara Servizi srl e per le società controllate e partecipate, nelle quali si è passati in un anno da sei dirigenti ai tre dirigenti attuali, con un risparmio di circa 160mila euro all’anno. I risparmi ottenuti dalla riorganizzazione della struttura comunale e di quella del gruppo delle società partecipate superiamo abbondantemente il milione di euro su base annua”.

“Attualmente il Comune di Ferrara conta 1115 dipendenti tra dipendenti di ruolo e non; l’età media molto alta porta anche al collocamento a riposo di un numero elevato di dipendenti; solo nell’ultimo anno si sono registrati ben 84 pensionamenti – aggiungono -. Per far fronte a questa situazione la giunta sta rinforzando il Piano assunzioni per il 2020 (già approvato nel febbraio 2020 prima della pandemia) usando tutte le risorse a disposizione in base al nuovo meccanismo di calcolo delle assunzioni introdotto dal Governo a marzo 2020. Si tratta dunque di una situazione in evoluzione che sta a cuore in primis alla giunta essendo quella amministrativa una macchina complessa e delicata che deve funzionare al meglio in modo efficiente ed efficace per garantire ai cittadini e agli imprenditori risposte positive e concrete, in particolare davanti alla situazione emergenziale che stiamo affrontando”.

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