“Per la prima volta a Ferrara il 416 bis“. E’ soddisfatto il questore Cesare Capocasa della maxi operazione, portata a termine dopo due anni di indagini, che ha permesso di sgominare l’associazione nigeriana di stampo mafioso che imperversava da tempo in città e in particolare nella zona Gad.
“Una complessa, articolata attività investigativa – ha commentato il questore – ci ha consentito di disarticolare una associazione, per la prima volta riconosciuta come di tipo mafioso in provincia di Ferrara, facente parte del più ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in diversi Stati europei, tra cui l’Italia, con una sostanziale suddivisione del territorio in province, tra le quali primeggiava indubbiamente Ferrara”.
“Un’associazione – ha aggiunto – dedita al compimento di diversi reati: spaccio, estorsione, reati contro la persona con machete e armi improprie per consolidarsi sul territorio e prevalere sulll’associazione nigeriana rivale. Ma anche delitti contro la pubblica amministrazione, contro le forze dell’ordine, con violenze, minacce e resistenze a pubblico ufficiale, finalizzate a mantenere e consolidare la propria presenza in diverse zone tra cui la Gad. Io la definisco un’enclave dello spaccio organizzata militarmente“.
Un risultato, quello degli uomini della Questura, forse fra i più importanti dell’ultimo decennio, al quale si è arrivati attuando quattro linee strategiche indicate dal questore fin dal suo insediamento: “Controllo fisso/dinamico del territorio, azione espulsiva attraverso rimpatri e accompagnamenti ai Cpr di soggetti considerati destabilizzanti, Polizia Amministrativa e di Sicurezza finalizzata alla chiusura dei locali di riferimento di spacciatori e persone pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica, attività repressiva con investigazioni di alto profilo finalizzate a individuare e reprimere associazioni a delinquere finalizzate allo spaccio e ad altri reati”. “Queste – conclude il questore – le strategie vincenti per migliorare la qualità della convivenza civile e garantire il vivere ordinato della comunità”.
“Una confraternità – ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile Dario Virgili – molto radicata e presente a Ferrara dove esiste una comunità nigeriana alquanto nutrita. Ma le indagini proseguono, sia per rintracciare chi è riuscito a sfuggire oggi alla cattura sapendo di essere nel mirino, sia per accertare altre tipologie di reato commesse dall’organizzazione che, laddove si stabilisce, ha come scopo principale il narcotraffico e lo spaccio, ma non disdegna nessuna tipologia di delitto. Ora credo che ci penseranno due volte prima di stabilirsi nuovamente a Ferrara”
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