Attualità
27 Ottobre 2020
La manifestazione nel centro cittadino ha raccolto esercenti e operatori della cultura e dello spettacolo: "Siamo tutti parte lesa"

Ferrara in piazza contro il Dpcm: “Siamo ristoratori, non untori. Libertà!”

di Redazione | 3 min

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di Pietro Perelli

Sono molti e sono “incazzati”. Sono principalmente ristoratori, ma non solo, che si ritrovano davanti alla Torre dell’Orologio, grazie a un tam tam social promosso da Marco Marussi e Andrea Cavallina, per protestare contro il nuovo Dpcm.

“Abbiamo fatto in modo che partecipassero tutti i settori coinvolti” ci dice Marussi che poi, sconfortato, aggiunge: “Stavamo giusto ricominciando a vedere la luce in fondo al tunnel quando è caduta la valanga”. E la valanga è il nuovo Dpcm che ha scatenato manifestazioni in tutta Italia dopo le prime avvisaglie di Napoli.

Sono almeno un migliaio i manifestanti e le distanze si perdono anche se più volte gli organizzatori cercano di ricordare, attraverso l’amplificazione di un megafono, di mantenerle. Sono arrabbiati e si sente dagli slogan, gridano “libertà”, “Ristoratori non untori”, “Conte Conte vaff….”, affermano che “se il lavoro non è più un diritto, le tasse non sono più un dovere”, chiedono “equilibrio e buon senso”. Inoltre, chiedono di essere sostenuti, anche economicamente dal governo che “durante l’estate non ha fatto abbastanza per evitare che si riproponesse una situazione come questa” ci dice un manifestante. “Vorrei che questo momento – scrive su Facebook Andrea Cavallina – diventi un veicolo per dire il nostro disappunto a chi ci sta governando e non una scusa per creare situazioni di caos”. Intento riuscito anche se non ha potuto evitare un assembramento inevitabile visto anche lo scontento dilagante.

Insieme agli organizzatori presente anche l’amministrazione comunale che, per bocca del sindaco Alan Fabbri, ricorda che “questi provvedimenti colpiscono solamente le attività produttive, commerciali, imprenditoriali e i lavoratori dipendenti. Per contrastare un’emergenza non si può crearne un’altra. Così si creano solo divisioni”. Ma non solo: “E’ stato anche spiacevole sentire dal governo che queste sono ‘attività non essenziali’. Parliamo di lavoro, di famiglie, di attività economiche, produttive, commerciali”. “Oggi – conclude – ci sentiamo tutti parte lesa e intendo informare di questo anche il ministro ferrarese Franceschini”. “Solidarietà e vicinanza ai tanti imprenditori, lavoratori e titolari di attività che in queste ore stanno vivendo una forte preoccupazione per le decisioni del governo contenute nell’ultimo Dpcm” viene espressa anche da Davide Bergamini, referente della Lega ferrarese.

Insieme al sindaco anche gli assessori Lodi, Fornasini e Gulinelli ad appoggiare una manifestazione che probabilmente vede tra i partecipanti molti loro sostenitori ma non solo. Il primo parla di “un governo sordo che non ha ancora battuto un colpo” mentre il secondo ricorda che “come amministrazione abbiamo fatto la nostra parte, ora ci aspettiamo che arrivino incentivi per le categorie colpite”. Discorso a parte merita l’assessore Gulinelli, pizzicato accanto a Vittorio Sgarbi con mascherina abbassata in mezzo alla folla, che ricorda le gravi perdite per il Comunale ma anche quelle “dei tantissimi lavoratori della cultura”. Mentre al Ministro della Cultura, il ferrarese Dario Franceschini, chiede “se la decisione di chiudere i teatri possa essere presa dalla sera alla mattina”.

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