Attualità
25 Ottobre 2020
La comunità nigeriana si riunisce in piazza municipale per sostenere le proteste dei suoi connazionali

Anche a Ferrara si manifesta: “Stop police brutality in Nigeria”

di Redazione | 3 min

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Oltre duecento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

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di Pietro Perelli

Da settimane in Nigeria si protesta contro la Sars (Special anti-robbery squad, ndr) e la protesta è arrivata anche a Ferrara dove la comunità nigeriana, al grido di “End Sars”, si è riunita in piazza Municipale.

Al loro fianco anche l’associazione Cittadini del Mondo, sempre presente per supportare le comunità straniere a Ferrara. Inizialmente in pochi i manifestanti, man mano che passa il tempo, arrivano a superare il centinaio. Cantano, urlano, si commuovono ricordando i loro cari e raccontando ciò che sta accadendo nel loro paese di origine. Un paese nel quale le proteste vanno avanti da tempo e nel quale molti giovani stanno scendendo in piazza contro la corruzione del governo, contro le disuguaglianze sociali, contro la mancanza di opportunità per i giovani (che sono la stragrande maggioranza della popolazione)” scrive su Internazionale Oiza Q. Obasuyi.

Anche a Ferrara sono molti e sono giovani, famiglie con figli, ragazze e ragazzi che hanno attraversato il deserto e il mare per arrivare fin qui, ma anche ragazze e ragazzi nati in Italia e pronti a far sentire la propria voce per denunciare i crimini che stanno avvenendo nel loro paese di origine. “End Sars”, “End Swat”, “I’m scared to go to Nigeria, my fatherland”, “Stop kill our dreams, stop kill our future”. Sono alcune delle frasi che si leggono sui cartelli ma sono anche gli slogan portati avanti dalla protesta, pacifica, colorata, piena di energia. “Devono smettere di uccidere i nostri fratelli” dice una manifestante al megafono. Un’altra ricorda che quest’anno ricorrono i sessant’anni dell’indipendenza della Nigeria, “ma cosa festeggiamo – si chiede – un governo che uccide? Un governo che ruba? Chi muore in mare per scappare?”. “Siamo qua – incalza un’altra – per denunciare la corruzione del governo, per denunciare il massacro del 20 ottobre, ragazzi ammazzati da chi avrebbe dovuto proteggerli. Per questo veniamo in Italia, per questo affrontiamo la morte in mare”.

Un minuto di silenzio assordante viene dedicato ai morti del 20 ottobre, 38 le vittime in tutto il paese secondo Amnesty International, a cui si aggiungono molti feriti. E altri ancora sono i morti e feriti durante le proteste. In realtà la Sars è stata sciolta lo scorso 11 ottobre, come riporta la Cnn, dopo essere stata fondata nel 1992 per contrastare crimini come le rapine a mano armata o i sequestri. Questo però non ha eliminato i problemi perché i suoi membri sono stati assegnati ad altri reparti di polizia. E allora i giovani, i manifestanti, scendono in piazza e continuano a gridare “stop police brutality in Nigeria”. “Noi oggi siamo qua per sostenerli, per dargli la nostra voce – dice una giovane manifestante – perché, anche se siamo qua in Italia, potevamo essere noi quelli ammazzati, potevamo essere noi quelli molestati, potevamo essere noi quelli massacrati”.

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