Cronaca
23 Ottobre 2020
La stessa anziana, che lo denunciò, aveva ritrattato. Per il giudice non ha commesso il fatto

Assolto dall’accusa di maltrattamenti verso la madre

di Redazione | 2 min

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A processo con la duplice accusa di estorsione ai danni di due giovani e di spaccio di sostanze stupefacenti, il gup Marco Peraro del tribunale di Ferrara ha accolto le richieste della difesa, pronunciando sentenza di non luogo a procedere per il primo reato e concedendo la messa alla prova per il secondo

Caporalato durante l’aviaria. Chieste condanne fino a quattro anni

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Non maltrattò la madre. Si è concluso con esito positivo per l’imputato il processo che vedeva alla sbarra per maltrattamenti in famiglia M.M., 49enne ferrarese accusato di aver usato violenza fisica e psicologica verso l’anziana mamma.

Fu proprio il genitore, 77 anni, a denunciarlo nella primavera dello scorso anno, salvo ritrattare completamente la propria versione in tribunale, negando ogni episodio di violenza e dichiarando che voleva tornare a vivere con il figlio (attualmente è ricoverata in una struttura sanitari). La ‘versione’ precedente sarebbe stata dettata dal disturbo di natura psichiatrica di cui soffre.

Ieri (giovedì 22 ottobre) in udienza sono stati sentiti gli ultimi testi e le parti sono passate alla fase della discussione.

In sede di arringa difensiva, l’avvocato Pasquale Longobucco ha sostenuto come il dibattimento non abbia permesso di provare i presunti maltrattamenti. E questo, oltre alla ‘ritrattazione’ della anziana madre, sarebbe confermato anche dai testi di accusa e difesa.

La stessa pm Barbara Cavallo, al termine della sua requisitoria, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. Il giudice Silvia Marini ne ha sancito l’innocenza con una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.

“Ho sempre creduto nell’innocenza del mio assistito – dirà a udienza conclusa Longobucco -, anche quando sin dalle prime fasi di questa triste vicenda tutto sembrava volgersi per il peggio. Ricordiamoci che il mio cliente è stato sottoposto per quasi un anno al divieto di avvicinamento alla madre e al divieto di entrare nella casa di famiglia, finendo costretto così a trovare giacigli improvvisati o a chiedere un tetto ad amici”.

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