Economia e Lavoro
11 Ottobre 2020
Rigettato dall'azienda anche il tentativo dei colleghi che si erano offerti di regalare le proprie ore di ferie

Il calvario di Enrica. Clara licenzia la dipendente che lotta contro il cancro

di Redazione | 3 min

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La lotta lavorativa di Enrica si è fermata venerdì. Con la letterea di licenziamento che Clara le ha fatto notificare. Da mesi Enrica sta combattendo una lotta molto più dura. Quella contro il cancro.

La sua storia, accompagnata da questo nome di fantasia che tutela la sua privacy, è stata raccontata dalle segreterie territoriali di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e dalla Rsu aziendale Clara.

In una lettera aperta i sindacati chiedevano all’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti in 19 Comuni della provincia di Ferrara di non abdicare ai più normali principi umani in nome di “vicende di ristrutturazione del debito, vicende di basso calibro che colpiscono soggetti fragili senza risolvere i reali problemi gestionali”.

Giovedì scorso si è tenuto un ultimo confronto con i vertici aziendali, per cercare di “ripristinare un dialogo corretto con la dirigenza – spiegano i sindacati – ed ufficio personale di Clara in merito alla vicenda della dipendente che da alcuni mesi si trovava con lo stipendio sospeso”.

Un incontro finito con un nulla di fatto. Anzi, il giorno seguente “l’ufficio personale di Clara ha provveduto a recapitare la lettera di licenziamento ad Enrica. Nella sua risposta al nostro precedente comunicato il presidente dell’azienda ha commentato la vicenda richiamandosi alla interpretazione della legge. Ebbene anche noi, nella nostra proposta, ci siamo richiamati alla interpretazione della legge”.

Una legge che permette, “ai tanti colleghi che si erano proposti, di donare ore di ferie in modo solidale a favore della dipendente e che per vostra ostinata volontà è stata usurpata. Così come avete usurpato il ruolo della contrattazione di secondo livello che permette l’applicazione di accordi sottoscritti in azienda migliorando per i lavoratori le condizioni previste dalla contrattazione nazionale”.

Eppure solamente pochi mesi fa, in piena pandemia, l’azienda rivendicava la volontà di non riconoscere le direttive ministeriali che disponevano per i dipendenti delle aziende partecipate le stesse condizioni di quelli degli enti pubblici, disconoscendo di fatto la natura pubblica di questa azienda. “Oggi, al contrario – lamentano i sindacati -, si fanno scudo dello spettro della Corte dei Conti (che svolge le proprie funzioni sugli enti di emanazione pubblica) per licenziare una dipendente che lotta contro il cancro”.

Dove sta la coerenza dei ragionamenti?, si chiedono i colleghi di Enrica: “Il cinismo con cui si procede dovrebbe preoccupare non soltanto i lavoratori dell’azienda, ma tutti i cittadini che sono di fatto i reali proprietari di Clara. Oggi, così come successo allora, avete agito per raccattare qualche spicciolo in più”.

Il calvario di Enrica era stato anche al centro di un comunicato di solidarietà dei rappresentanti dei lavoratori di Hera che, sostenendo che la dipendete non fosse “un rifiuto da lasciare per strada”, ponevano un quesito alla dirigenza di Clara in merito alla vicenda: “gli errori sono nella natura umana, ma ci hanno insegnato che l’uomo si differenzia per l’intelligenza: avete intenzione di smentire questo credo?”.

“Cari colleghi – rispondo oggi le segreterie territoriali di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e la rsu aziendale -, il triste epilogo della vicenda è la risposta alla vostra domanda”.

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