Detenuta trans violentata in carcere. Ispezione a sorpresa di Ilaria Cucchi
Una ispezione a sorpresa nel carcere di Ferrara. È quello avvenuta questo pomeriggio (lunedì 30 giugno) da parte di Ilaria Cucchi, vicepresidente della Commissione Giustizia
Una ispezione a sorpresa nel carcere di Ferrara. È quello avvenuta questo pomeriggio (lunedì 30 giugno) da parte di Ilaria Cucchi, vicepresidente della Commissione Giustizia
A distanza di 33 anni Palazzo dei Diamanti di Ferrara torna a ospitare una mostra su Marc Chagall, uno dei più importanti e amati maestri dell’arte del Novecento
Mercoledì 2 luglio, l’Arena Coop Alleanza 3.0 ospita una serata a ingresso gratuito per celebrare la Giornata Internazionale delle Cooperative. A partire dalle ore 19, un aperitivo offerto da Coop Alleanza 3.0 e Cidas aprirà una serata di cinema, dialogo e memoria condivisa nel cuore verde di Ferrara. Alle 21.30 sarà proiettato Flora, di Martina De Polo
Per tutto il mese di luglio, l’Hotel Annunziata accoglie, nell’ambito del progetto FRAMEFLOW, la fotografa Chiara Leone con la sua mostra digitale “Il corpo inatteso”, un’indagine poetica e visiva sulla femminilità, intesa come essenza complessa e stratificata, ben oltre ogni estetismo
Continuano no stop dalla serata di venerdì (27 giugno) i lavori per tornare gradualmente alla normalità all'interno della casa di cura Quisisana, dopo i gravi danni provocati dall'inondamento dei sotterranei della clinica a seguito della rottura di una condotta idrica lungo viale Cavour
«Noi siamo la lingua italiana, noi siamo il futuro della nostra lingua». Sono state le parole di Alessandro Agostinelli, il poeta e giornalista che insieme a Matteo Bianchi, sabato mattina, ha aperto la presentazione del volume Dal sottovuoto. Poesie assetate d’aria (Samuele Editore).
Sotto il portico della libreria Libraccio il critico ferrarese ha invitato a leggere alcuni autori dell’antologia da lui curata, i quali hanno recitato i loro versi come fossero «testimonianze di una ferita ancora irrisolta». Alberto Bertoni, Fabrizio Lombardo e Stella N’Djoku si sono misurati con la lingua italiana nel frangente tanto oppressivo quanto straordinario della quarantena e hanno messo nelle mani dei lettori la loro esperienza individuale. Un’esperienza che si è fatta dialogo e poi voce corale, tra regole estranianti, procedure asettiche di sanificazione e mesi di distanza l’uno dall’altro.
«Dal sottovuoto è scaturito da un incontro fortuito tra me e Matteo – ha precisato l’editore Alessandro Canzian – per dare origine e motivo a nuovi incontri tramite la parola poetica, diventando un terreno di confronto quotidiano durante le settimane più dure e dimostrandosi più fervido e incoraggiante del previsto». Dal volume, infatti, si è generato un percorso a ritroso, mirato alle nostre radici linguistiche, ma con prospettive future convincenti e doverose, proprio grazie alla costanza di Agostinelli. Il salto di regime sociale della scorsa primavera con l’impedimento a uscire di casa se non per attività necessarie, ha concesso allo scrittore toscano più tempo per la scrittura, il quale ha ripreso alcuni testi della nostra tradizione.
«Ho scelto alcuni sonetti celebri di Cecco, Cavalcanti, Petrarca e altri fino a Gozzano e mi sono impegnato a riscriverli, rispettando il tono originario e la forma stilistica, ma cambiando l’argomento. Ho parlato di coronavirus perché è un tema con cui dovremo ancora fare i conti». Agostinelli, accompagnato passo passo dal docente Alberto Casadei, ha raccolto ne L’ospite perfetta dei veri e propri canti, motivati da una passione radicale per la lingua e per le sue potenzialità espressive.
«Sono partito da Petrarca perché durante le prime settimane del lockdown mi rimbalzava in testa Solo et pensoso… d’altronde, quando uscivo ero solo e le restrizioni mi occupavano la mente. Le strade erano diventate i suoi deserti campi, dove non c’era nessuno. Da quel momento ho cominciato a ragionare sul riscrivere dei sonetti a riguardo». Poi è arrivato Cecco Angiolieri e il suo fuoco di rivalsa. Ma il lavoro di Agostinelli è l’esatto contrario della poesia di occasione: «Non è una poesia di protesta, bensì un’azione di rottura per tentare di infrangere un luogo comune, ossia che con il versolibero sia tutto permesso». Niente affatto, scrivere in versi nel corso del Novecento si è dimostrato sempre più difficile e alla ricerca di un ritmo sempre meno legittimo.
«Non è un gesto per tornare alla tradizione assoluta – ha concluso Agostinelli – ma per non dimenticare il nostro passato, né per darlo per scontato. La poesia non può essere in balia del contingente, tanto meno dell’emozione. Deve prendere le distanze, appunto, per metterla a fuoco».
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