“Un dibattito dai tratti davvero raccapriccianti”. Lo definisce così Coalizione Civica la discussione attorno alla proposta di Vittorio Sgarbi di organizzare una mostra e intitolare una via o una piazza al gerarca fascista Italo Balbo. “Temevamo purtroppo che la destra cittadina avrebbe presto esibito il suo lato peggiore e così è stato – afferma in una nota la lista rappresentata in consiglio comunale da Roberta Fusari -. La mostra dell’Isco, in parte riferibile al lascito documentaristico della famiglia Balbo e già prevista, è divenuta purtroppo occasione di promozione di una autentica cultura negazionista e agiografica ad opera dell’amministrazione”.
Secondo Coalizione Civica “il presidente di Ferrara Arte intende dare corpo a ben altro allestimento dall’uso squisitamente politico, con il preciso obiettivo di rivalutare una pagina aberrante del nostro passato. Non vi è nulla di cui stupirsi”.
E allora la lista ribadisce che “una cosa è affrontare con rigore scientifico e senza ricadere nella dicotomia celebrazione/oblio, lo studio della figura di un gerarca fascista che malauguratamente visse e operò nella nostra città, analizzando anche il ruolo decisivo che le trasvolate ebbero nella diffusione dell’odiosa propaganda fascista”. Altro è “pensare di strumentalizzare una esposizione al fine di riabilitare attraverso una operazione storiografica assolutoria, una figura ignobile, trasformando il padre dello squadrismo ferrarese in un aviatore eroico che si oppose alla deriva antisemita”.
“Anzitutto il presupposto razzista, variamente declinato – aggiunge -, fu solo uno degli innumerevoli aspetti che resero il fascismo un abominio, in subordine, ci teniamo a precisarlo, questa distanza politica nello specifico mai si verificò e sarebbe in ogni caso tristemente insufficiente”.
“L’offesa spudorata che le parole di Sgarbi procurano alla nostra comunità, che fu e deve rimanere un contesto resistente e profondamente antifascista, è un gesto indegno – conclude -. Pensare poi di contemplare Balbo nella toponomastica cittadina, intitolandogli un riconoscimento pubblico è semplicemente inammissibile. Qualsiasi tentativo di annoverare protagonisti del regime nel pantheon condiviso della nostra storia valoriale, vedrà la nostra ferma opposizione che certamente non si arresterà alla sola denuncia espressiva”.
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