Bondeno
28 Settembre 2020
L'associazione recupero essenze autoctone: "Abbiamo sofferto, ora ci spieghino le motivazioni"

“Chiarezza sul taglio di alberi lungo il Cavo Napoleonico”

alberi cavo napoleonico
di Redazione | 3 min

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alberi cavo napoleonicoBondeno. A un mese di distanza dal taglio di alberi lungo il Cavo Napoleonico, Dario Valentini, presidente di Area – associazione recupero essenze autoctone, vuole vederci chiaro e pone diverse domande a chi ha autorizzato e appaltato l’abbattimento di tutti gli alberi lungo l’argine per molti chilometri.

“L’argomento è stato già ampiamente trattato, ma come sempre non ci sono state risposte chiare” dichiara Valentini che va dritto al nocciolo del problema: “Qual è la motivazione di sicurezza idraulica per cui si è deciso di effettuare un lavoro di tale importanza? Quali sono i rischi così incombenti sul territorio per decidere un intervento di tale grandezza? Negli ultimi 25 anni a mia memoria non si è mai ricorsi a interventi di questo genere. I problemi prima non c’erano? E quali sono i rischi creati da quegli alberi?”.

Anche perché “gli argini del Cavo Napoleonico sono permeabili e proprio per questo motivo le acque di quell’importante canale non possono mai superare il livello del piano di campagna – spiega il presidente di Area -. Altrimenti l’acqua filtrerebbe nei terreni adiacenti e oltre a creare ingenti danni agli agricoltori, minerebbe in modo pauroso la sicurezza degli argini. È stato detto che per scolmare il fiume Reno nei casi di piena, il Cavo viene usato per convogliare grandi volumi d’acqua nel Po, se questo, ovviamente, è a un livello più basso. Ma non è possibile servirsi in modo completo di questo canale, che non può sostenere livelli più alti di quello del piano di campagna, per mettere in sicurezza il Reno”.

Nel contempo “si creano inevitabilmente enormi criticità per il territorio intorno a Bondeno. Vorrei una spiegazione chiara al riguardo. E se è vero che non si può alzare il livello delle acque oltre una quota stabilita quale problema crea la vegetazione sulle banche dell’argine che sono ben più alte del livello dell’acqua anche in estate quando i livelli sono i più alti?”.

“Quello che è stato tagliato era un patrimonio naturale per tutta la comunità del bondenese, che ha sofferto moltissimo questo intervento, e in generale per tutti noi che viviamo in questo territorio – assicura Valentini -. Quella grande distesa di alberi aveva il potere di assorbire enormi quantità di anidride carbonica e di rilasciare ossigeno vitale per noi tutti. Perché è stato deciso un abbattimento così grande a scapito di un bene comune per tutta la comunità? Noi cittadini che paghiamo le tasse abbiamo il diritto di sapere dove vanno spesi i nostri soldi e di essere tutelati al riguardo. Qui ne sono stati spesi tantissimi a scapito del nostro benessere e a favore di ditte che con questi lavori creano grandi utili”.

I dubbi non finiscono qui: “Erano davvero necessari? Era necessario perdere tanta bellezza naturale tanti siti ambientali dove la vita aveva ancora la possibilità di manifestarsi in modo normale? Perché non ci sono controlli sugli appalti che autorizzano il taglio di aree verdi da parte dei carabinieri del corpo forestale dello Stato? Perché dobbiamo sempre rincorrere i disastri e non possiamo invece prevenire e controllare le scelte degli enti che sono fino ad oggi così liberi di fare quasi tutto quello che vogliono? Credo e voglio fermamente che i lavori a favore della sicurezza vengano fatti con grande attenzione, ma ci vogliono controlli seri, altrimenti dietro questo paravento si autorizzano ancora lavori poco chiari a scapito della bellezza del territorio e della salute di noi cittadini”.

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