Rappresentare a tutto tondo la figura di Italo Balbo. È la richiesta avanzata da Italia Viva Ferrara, per voce dei coordinatori provinciali Manuela Macario ed Eric Zaghini, dopo l’annuncio della mostra dedicata a Italo Balbo che “senza riferimenti al fascismo e alle atroci azioni compiute, promossa da chi urla a un’informazione oscurantista, diventa una vera e pericolosissima contraddizione, che punta all’orientamento del pensiero libero e critico”.
Il riferimento è a Vittorio Sgarbi che “invoca dall’emiciclo della Camera la revoca immediata dello stato di emergenza avvallando la sua richiesta con un attacco frontale ai mezzi di informazione: “siamo in un incubo costante di informazione obbligatoria, costante, determinata a convincerci che siamo tutti malati”. Questa è solamente una delle affermazioni di Sgarbi che, non abbiamo paura a dirlo, si rivela nuovamente un sostegno al pensiero negazionista e oscurantista“.
Questa stessa persona è presidente di Ferrara Arte che ha appunto annunciato la realizzazione di una mostra dedicata a Italo Balbo. “Di fronte alla nostra preoccupazione c’è chi è corso ai ripari, cercando di smorzare la polemica e minimizzando la portata dell’evento – sostengono Macario e Zaghini -. C’è chi dice che “una mostra serve a mostrare”. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che il pensiero e l’azione fascista siano ormai pienamente radicati e pericolosamente legittimati da una cospicua parte dei nostri governanti sia nazionali che locali”.
Per i rappresentanti di Italia Viva “siamo davanti a qualcosa di più subdolo di quello che la Legge Scelba mirava a scongiurare. La violenza è diventata parola, la parola è diventata legge, la legge è diventata Decreti Sicurezza”. Per questo chiede che la mostra venga realizzata “mettendo in risalto tutte le sfaccettature di Italo Balbo e delle sue azioni per conservare la memoria e lo spirito di un Paese che si fonda sull’antifascismo”.
L’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara ripercorre invece tutte le iniziative a lui dedicate, a partire dall’apertura del fondo documentario nel 2018, con cui “grazie alla corposa donazione della famiglia di Paolo Balbo, figlio del gerarca, è possibile approfondire il clima culturale, l’immaginario e la mentalità di un periodo oscuro e travagliato, che non necessita di ulteriori pregiudizi”.
L’atto è stato firmato da Paola Bellini, moglie di Paolo Balbo e da Anna Quarzi, direttrice dell’istituto alla presenza dell’allora sindaco Tiziano Tagliani, del consigliere di Stato Daniele Ravenna e Angelo Varni, docente emerito dell’Università di Bologna. Ad oggi sono stati catalogati e sono disponibili alla consultazione 1302 libri-titoli.
Il seminario in collaborazione con l’Università di Ferrara previsto per il 2020 “Ripartire da Balbo. Gli studi sul fascismo e l’importanza dell’archivio famiglia Paolo Balbo” è stato spostato al 2021. Ospite il curatore scientifico del fondo, Andrea Baravelli, docente di Storia Contemporanea a Unife, che sta inoltre curando un volume che uscirà nel gennaio 2021 (edito Mimesis) che raccoglie alcuni saggi inediti tratti dal convegno che lo stesso istituto ha organizzato nel 2000 con la collaborazione del Comune, della Provincia, della Regione e del Ministero Beni Culturali.
Per l’Isco appare quindi “necessario ripartire dalla storia di questi gerarchi, che nel passato si è troppo spesso finito per considerare come semplici caricature; e per quel che riguarda Ferrara, appare inevitabile ‘ripartire’ da Italo Balbo”.
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