Sono passati quattro anni dallo scivolone della consigliera comunale del Pd Ilaria Baraldi sugli ‘spaccini’ in zona Gad. Ma la questione torna oggi alla ribalta senza nessuna motivazione, se non per un intervento del tutto estemporaneo di Gianni Tonelli, deputato della Lega ed ex segretario del Sap, che dà quell’uscita infelice, risalente al 2016, in pasto ai suoi seguaci social.
“Io non ho paura della Polizia. A me spaventa di più un esponente del Pd, partito al governo, che preferisce gli spacciatori ai poliziotti. A me come a tutte le persone per bene non spaventa la Polizia. Notizia datata, ma la “signora” è ancora al suo posto. Evidentemente dichiarazioni del genere non sono state ritenute degne di dimissioni” scrive il deputato ed ex segretario generale del sindacato autonomo di polizia su Facebook.
Si sprecano i commenti offensivi sotto il post, con tanto di foto, e così “La bestia” (il nome con cui lo stesso spin doctor di Salvini, Luca Morisi, definisce la potente macchina di propaganda sui social della Lega) colpisce ancora.
Baraldi, che ha già portato a processo un militante della Lega per diffamazione aggravata, si è vista costretta a rivolgersi ancora al suo avvocato e a intervenire pubblicamente per fermare questo ‘accanimento’.
“Cosa sarà mai successo perché oggi, 30 agosto 2020, mi tocchi nuovamente segnalare il post in oggetto al mio avvocato perché valuti se tra i commenti ci sia chi vincerà una bella querela? Chi può dirlo – commenta la consigliera su Facebook -. Magari stamane un portavoce si è svegliato a corto di idee. O un assessore con l’ansia da prestazione ha sentito il bisogno di farsi dare una mano nientemeno che dall’ex Sap Tonelli, ora parlamentare Lega”.
La “cosa divertente”, secondo l’esponente dem, “è che anche stavolta siete rimasti senza argomenti. Rivomitate come un pasto non digerito sempre e soltanto una frase vecchia di 4 anni, che esprimeva una sensazione, il cui contesto non sto nemmeno a ricordare, chiaro ormai anche ai sassi”. In riferimento alla concentrazione di forze dell’ordine in tenuta antisommossa che presidiava lo stadio Mazza per una partita della Spal, Baraldi scrisse il 20 settembre 2016: “Dite quello che vi pare. A me impressiona e spaventa molto di più un gruppo di ultras urlanti e la polizia in tenuta antisommossa che 4 spaccini in bicicletta”.
“Capisco la vostra difficoltà. Io ne ho detta una, infelice, quattro anni fa. Non avendo trovato altro, la ritirate fuori a ogni cambiar di luna. Per noi effettivamente è molto più facile – replica la consigliera Pd-. Dal consigliere che bacia la pistola, monta il trinciarom sulla macchina e offre un posto comunale ad una collega consigliera per “togliersela dai co*******i”, al vicesindaco con pass disabili che corre dietro ai runner e sta nella casa Acer con vasca idromassaggio e poi si fa pignorare l’indennità e via discorrendo”.
Dal caso Solaroli a Nicola ‘Naomo’ Lodi, “il fatto è che per noi la politica è altro. Magari sbagliamo, senz’altro abbiamo sbagliato. Ma cerchiamo di farla seriamente. Perché è una cosa seria – chiosa Ilaria Baraldi -. Non usiamo lo shitstorming (che peraltro puzza di vecchio) come arma per spostare voti o, peggio, per buttare una persona in pasto agli sciacalli del web. Non l’abbiamo mai fatto e non lo faremo. Non perché non siamo capaci. Ma perché ci fa schifo. Se a voi sta bene così, divertitevi ragazzi. Il tempo è galantuomo”.
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