Attualità
7 Agosto 2020
Intervista a tutto campo a Cristiano Zagatti, segretario generale della Cgil di Ferrara

La politica parli di lavoro

di Redazione | 9 min

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Cristiano Zagatti

Celanese, Clara, Fox Bompani, Amp… Ci aspetta un autunno caldo a giudicare dalle premesse.

Più che autunno caldo parlerei di quattro stagioni grigie. Lei sente più parlare di creazione di posti di lavoro? Di politiche industriali? Abbiamo il Petrolchimico, la realtà produttiva più importante del territorio, ci lavorano migliaia di persone e se ne parla solo quando sono a rischio posti di lavoro, le pare normale? Lo sviluppo di quel sito industriale, gli investimenti utili nei prossimi 10 anni, il futuro della chimica nel nostro territorio penso dovrebbe essere parte del dibattito quasi quotidiano, invece…

Sta dicendo che non c’è una visione sul Petrolchimico?

Sto dicendo che non registro una visione complessiva del lavoro nel nostro territorio e non solo all’interno o nei dintorni del Petrolchimico. Abbiamo almeno altre tre macro questioni di interesse pubblico che dovrebbero vedere un diffuso interesse: VM a Cento, l’area di San Giovanni d’ Ostellato, Berco a Copparo. Ma la politica non è protagonista. Tutti abbiamo letto le preoccupazioni del presidente della Camera di Commercio per il timore che a settembre possa acuirsi il conflitto sociale, lei ha visto reazioni? Govoni ha detto cose giuste, la fotografia che ha scattato è grigia. Gli ultimi report camerali non dovrebbero far dormire sonni tranquilli a nessuno e Le aggiungo che ad oggi la situazione che stiamo analizzando come CGIL è ancor più allarmante, e la politica dovrebbe preoccuparsene. Invece sembra tutto normale. A questo punto ciò che per Govoni è una preoccupazione, la vedo come opportunità. Mi sembra evidente che senza conflitto sociale questo territorio non sarà in grado di cambiare.

Serve un nuovo conflitto sociale per creare posti di lavoro?

Chiariamoci. Mi riferisco al continuo alimentare il processo di “normalizzazione” in atto. Parlare di conflitto, inteso non come rabbia verso l’altro ma come mobilitazione, partecipazione attiva per rivendicare un cambiamento è una cosa non solo sana, ma indispensabile per il dibattito democratico. E’ indispensabile per cambiare i processi dell’organizzazione delle produzioni, se si vuole ridare dignità al lavoro e redistribuire la ricchezza prodotta. Pensi solo all’incremento degli infortuni sul lavoro: quante vite dobbiamo perdere ancora prima di pretendere che la sicurezza diventi una priorità e non un costo? Il conflitto è necessario nel confronto con le istituzioni e all’interno delle stesse, se si vogliono migliorare i servizi per i cittadini.

Diciamo che di conflitto ne ho visto ultimamente nel confronto tra sindacati e istituzioni. Di contro ne vedo sempre meno nei luoghi decisionali. Diciamo che il dibattito politico sembra un po’ ingessato. O forse mortificato da una scarsa propositività.

Ad una efficace comunicazione del politico di turno, peraltro non sempre rispettosa e corretta, non vedo a mio avviso, reazioni adeguate, organizzate, pugnaci. La questione purtroppo non investe solamente la Città e gli esponenti della Lega. Nell’intero territorio provinciale non si registra un dibattito politico serio e strutturato sulle questioni importanti per il nostro territorio e per le persone che lo abitano. Tolto il tema della sicurezza, quella armata e non certo quella sociale, e dell’ossessione per le persone migranti, non vedo molto altro. Giusto qualche contributo economico polverizzato su commercianti e agricoltori, ma senza una vera progettualità.

In compenso il dibattito, meglio sarebbe dire il vituperio, si scatena sui social. Segretario ha letto la critica di qualche giorno fa avanzata da Azione Civica, che chiedeva alla politica di prendere le distanze dal linguaggio di odio dei commentatori in riferimento a un post dell’assessore Fornasini? Un commentatore invitava a “rompergli il c*** a questi comunisti”.

Si, si ho letto. Mi hanno anche fatto notare che quel commento sì è guadagnato anche un like da un utente di nome “Giorgio Feola”. Voglio riderci su. E’ sicuramente un caso di omonimia, oppure si tratterà di un profilo fake! Escludo categoricamente possa trattarsi del profilo autentico del Maggiore Feola della Caserma di Copparo. Non scherziamo: data la delicatezza della questione e la risonanza mediatica, l’Arma dei Carabinieri non consentirebbe ad un proprio militare un simile atteggiamento, sarebbe altrimenti troppo grave. Le ricordo che il mio comune di residenza è Copparo e le minacce alla mia persona sono sconfinate nell’ambito familiare con gesti intimidatori arrivati a casa mia. E’ impensabile che chi porta la responsabilità di tutelare me e la mia famiglia, possa sostenere simili messaggi, esprimendo pubblicamente apprezzamento a possibili gesti violenti del fanatico di turno.

Quel procedimento però è stato archiviato.

Al tempo giusto daremo evidenza della vicenda, è nostro dovere nei confronti di tutta l’opinione pubblica e degli onesti lavoratori coinvolti.

Se un pubblico ministero e un giudice han ritenuto di non procedere però un motivo ci sarà.

Le ho detto che non ne parlerò. Non è opportuno alimentare le tifoserie, non sarei coerente. In CGIL non è passato di moda affrontare le cose sempre nel merito e con assoluto rigore e rispetto. A tempo debito, tutti gli aspetti di quella triste e preoccupante vicenda saranno resi pubblici e chiunque, se vorrà approfondire fascicolo e file audio, potrà farsi un’opinione su basi oggettive.

La domanda però verteva sul linguaggio istituzionale poco consono e il mancato controllo dei commenti che alimentano il clima d’odio.

Cosa devo dirle!? Da chi rappresenta le Istituzioni ci si aspetterebbe un profilo comunicativo di correttezza e sempre di merito, più attenzione. Invece lo stile ricorda più quello delle chiacchiere da taverna anche su questioni assai delicate, evidentemente non si riflette a sufficienza sulle conseguenze che quello stile comunicativo sta producendo sulle relazioni personali. Ma se non sbaglio di attacchi e insulti ne conosce quanto me.

Rimaniamo sulla comunicazione social, non mi sembra ci abbia dato grande peso?

Penso che il problema alberghi altrove e sia molto più complesso. Penso che non debba preoccupare la superficialità del messaggio dell’assessore Fornasini o per lo stesso fatto, quella dimostrata dallo stesso vicesindaco Lodi. Le dirò di più: non devono preoccupare nemmeno le finte verità del sindaco Fabbri prima e di vari esponenti politici di destra sulla vicenda dei “Buoni spesa”.

Mi faccia capire meglio, secondo lei cosa dovrebbe far preoccupare questa città?

In estrema sintesi, vedo avanzare ogni giorno un processo di “normalizzazione” della superficialità dei messaggi politici, del costante incremento dell’ingiustizia sociale, della menzogna come strumento comunicativo, e più di tutto dell’assenza di progettualità concrete per la crescita della nostra Città.

Facciamo esempi concreti.

Posso fare quanti esempi vuole: le giovani generazioni a settembre hanno il diritto di tornare a studiare sui banchi di scuola e il personale della scuola ha il diritto di lavorare in sicurezza. Il tema dell’istruzione è centrale e vitale per innumerevoli ragioni e tra queste non secondario è l’intreccio con l’organizzazione dei famigliari che devono lavorare. Mi permetta: non ritengo rispettoso aprire il confronto con tutti i Sindaci ad inizio luglio e solo su nostra sollecitazione, e vedere rinviare di continuo l’approfondimento e ad oggi non sapere ancora nulla di certo. E’ il minimo che le famiglie si irritino. E’ buona amministrazione, buona politica, quella che non si interessa di ciò che ha determinato il covid sull’occupazione femminile e più in generale sulla condizione delle donne oggi?

Se il Governo non prorogherà il blocco dei licenziamenti con molta probabilità ci troveremo ad affrontare uno scenario inedito. Ci ragioniamo per tempo, oppure se va bene ci accontentiamo di gestire alla meno peggio le drammatiche ricadute? Lei ha udito qualche proposta in merito? La Consulta dell’economia provinciale sembra aver perso completamente ogni ambizione di minima utilità e pensare che il “Patto per il lavoro – focus Ferrara- avrebbe a tutt’oggi grande potenzialità. E’ passata qualche settimana dall’annuncio del taglio di 50 mila KM al trasporto pubblico locale e nessuno ne parla.

Nemmeno nei luoghi del dibattito istituzionale, la CTSS, i sindaci trovano utile intervenire. Oltre alla sanità, alla necessità di recuperare la lunghissima lista delle prestazioni rimaste inevase causa covid, sarebbe previsto discutere di edilizia residenziale pubblica, di trasporto, di istruzione, ma nemmeno in quel luogo lo si fa. E tutto normale secondo lei?

Direi che la normalità appartiene ad altri lidi. Continui.

Allora le faccio altri tre esempi. Pensi al messaggio quantomeno superficiale, a mio avviso incomprensibile sul piano della responsabilità politica, che hanno lanciato alcuni sindaci dell’alto ferrarese sull’operato di Clara: troppo personale e servizi troppo cari. Non è normale leggere queste uscite! Legittimo ma non è normale la ricerca di facile consenso senza dire ai cittadini cosa si vuole migliorare e come si tutela il lavoro. Hanno appena nominato un nuovo Consiglio d’Amministrazione e recentemente anche un direttore generale e sul piano formale non mi risulta abbiano avanzato nessuna richiesta, figurarsi le proposte! Anziché favorire un confronto sull’intero sistema di raccolta dei rifiuti provinciale si cerca una dannosa visibilità.

Un altro esempio che le faccio riguarda l’ira degli abitanti dei Comuni di Fiscaglia e Ostellato per la chiusura del nido Arcobaleno. Se ne discute oggi a cose fatte. Ricorda quanto abbiamo cercato di far aprire una riflessione sulla necessità di avviare processi di fusione tra i Comuni della nostra provincia? A causa anche dei vincoli assunzionali la strada per difendere i servizi come quelli dell’infanzia era e rimane quella degli accorpamenti.

Ma anche su questo tema il processo di “normalizzazione” all’assenza di un dibattito costruttivo sembra affermarsi. Per calcoli d’interesse non certo riconducibili alla difesa dei servizi per i cittadini abbiamo sentito tutto e il suo contrario; candidati di centro sinistra come quelli di centro destra bocciare o sostenere le fusioni per ragioni a me difficilmente comprensibili. Chiari a tutti i silenzi dei segretari di partito…tutto normale? L’ultimo lo affronto in modo telegrafico: “Aree interne”, strumento dalle potenzialità importanti volto a dare risposte ai giovani studenti e alla popolazione, soprattutto anziana, di 12 Comuni della provincia. Anche in questo caso l’allocazione differente tra saperi e poteri decisionali non sta aiutando e… non è normale il profilo quasi assente nel dibattito pubblico che diventa allarmante nei consigli comunali.

Mettiamo in piedi una maxi convention sul futuro di Ferrara e della sua provincia. Chi non ha idee ascolterà quelle altrui, chi non ha mai parlato verrà ascoltato (si spera).

Ci sarebbe molto altro da discutere e approfondire sulle questioni socio economiche della provincia, nell’intreccio con la regione e con le grandi opportunità che le misure adottate dal Governo ci consegneranno. Ho provato ad aprire una riflessione perché temo si stia correndo il rischio di confondere le Istituzioni, luogo della rappresentanza di tutti i cittadini, con la politica (non) agita da chi rappresenta i partiti politici. Lei conosce, ha sentito, letto, quali sono le posizioni dei segretari o rappresentanti politici ferraresi sul lavoro nella nostra provincia? Dalla Lega al Pd, per passare dal M5S a FdI fino alle altre forze politiche di altri schieramenti. Quali politiche industriali ritengono necessarie e con quali investimenti stimolarle?

Sul futuro dei giovani, cosa pensano? Possiamo continuare ad escluderli anche dall’assegnazione delle case popolari senza colpo ferire per l’introduzione del criterio della “residenzialità storica”‘? Sul ruolo delle donne nella società, va tutto bene così? Sull’idea complessiva di offerta sanitaria che vada oltre gli spot elettorali, non hanno nulla da far vivere quotidianamente? Sulla viabilità, l’infrastrutturazione materiale e immateriale? Sulla tutela dell’ambiente o il rilancio del turismo come filiera creatrice di lavoro ci sono idee? Mi creda non è normale questa povertà di dibattito e mi fermo perché non voglio abusare della sua pazienza.

Penso che da settembre insieme a Cisl e Uil, al mondo dell’associazionismo e a quello del volontariato, sarà impegno comune cercare di vitalizzare il dibattito pubblico, stimolare e favorire la partecipazione attiva di lavoratori, giovani e pensionati e ovviamente ognuno per le proprie responsabilità. Alcuni ne dovranno assumere qualcuna in più ma sono convinto sarà un percorso utile a molti.

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