Cronaca
24 Luglio 2020
La Corte d’Assise d’Appello conferma la condanna dopo 8 ore di camera di consiglio. Autorizzato il rimpatrio della salma

Omicidio Burci, confermato l’ergastolo per Benazzo

di Elisa Fornasini | 3 min

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Confermato l’ergastolo per Sergio Benazzo, l’idraulico 45enne di Villadose di Rovigo imputato per l’omicidio della 18enne Paula Burci. Un vero e proprio colpo di scena, se si considera che la Cassazione aveva annullato la sentenza di condanna e lo stesso procuratore generale Giancarlo Buonocore aveva chiesto l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.

La Corte d’Assise d’Appello di Venezia ha messo la parola fine al processo bis, confermando la pena dopo otto ore di discussione in camera di consiglio. Il verdetto è arrivato alle 19 di venerdì, al termine della riunione iniziata alle 11, subito dopo aver sentito la coimputata Gianina Pistroescu, già condannata all’ergastolo con sentenza passata in giudicato.

Davanti ai giudici, avrebbe dovuto chiarire il movente dietro l’omicidio del febbraio 2008 ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Entrambi erano accusati, in concorso con altre persone mai identificate, dell’efferato omicidio di Paula Burci, la prostituta romena che all’epoca stavano sfruttando a Ferrara fino a che la giovane non si è ribellata ed è stata massacrata di botte, bruciata e abbandonata sull’argine del Po.

“Ho passato otto ore con il cuore in gola, ero da sola nell’aula bunker a sostenere l’ergastolo dell’imputato condannato da 32 giudici, ora sono 38” racconta l’avvocato di parte civile, Chiara Lazzari, soddisfatta per la sentenza che “offre sollievo solo in parte al mio assistito (il fratello della vittima, Aurelian, ndr) che ha vissuto questo processo in prima linea, con la sofferenza di chi ha perso la sorella con una barbarie così atroce”. Con la “speranza che sia l’ultima volta che ci troviamo davanti al giudice di merito e che finisca questa vicenda per la povera Paula”.

Nella sua arringa, l’avvocato ha richiamato il “lavoro minuzioso, certosino, della Procura di Ferrara che nonostante le difficoltà dell’indagine ha ricostruito la vicenda in maniera puntigliosa e incontestabile. C’erano tutti gli elementi per arrivare alla condanna, bastava solo metterli uno dietro l’altro”.

“Hanno condannato un innocente, non ci sono elementi o un quadro probatorio che giustifichi una condanna” commenta invece l’avvocato di Benazzo, Francesca Martinolli, che non comprende “sulla base di che cosa l’abbiano condannato: per ben tre volte  il procuratore generale ha chiesto l’assoluzione, la Cassazione ha chiesto espressamente di verificare il movente, smentito dai testimoni, e invece ci sono volute otto ore di camera di consiglio per decidere che è colpevole”. Il difensore attende di leggere le motivazioni, che verranno depositate entro 90 giorni.

Intanto la parte civile ha ottenuto anche l’autorizzazione al rimpatrio dei resti del corpo di Paula, essendo venute ormai meno le esigenze processuali. Da 12 anni quello che è rimasto del corpo carbonizzato della ragazza riposa nel cimitero degli indigenti di Cassana, nella periferia di Ferrara, e ora potrà tornare a casa.

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