Cronaca
17 Luglio 2020
Processo bis in corte di Assise di appello. Verrà sentita Pistroescu, condannata all’ergastolo

Omicidio Burci, il pg chiede ancora l’assoluzione per Benazzo

di Marco Zavagli | 3 min

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Assoluzione perché non colpevole. Il procuratore generale Giancarlo Buonocore torna a chiedere l’assoluzione per Sergio Benazzo, l’idraulico 45enne di Villadose di Rovigo imputato per l’omicidio della 18enne Paula Burci.

E questa volta, nel processo bis in coprte di assise di appello a Venezia, con una formula ancor più favorevole: per non aver commesso il fatto.

“Già la data della morte di Paula Burci – ha esordito la pubblica accusa – non sarebbe corretta, perché il delitto si è verificato in un momento successivo all’arresto della Pistroescu (avvenuto l’8 marzo del 2008, ndr)”. Un processo “iniziato con il piede sbagliato” che, nonostante i sei processi succedutisi fino ad oggi, “non è riuscito a produrre elementi che sanciscano la responsabilità dell’imputato”.

Buonocore ha sottolineato che, stando ai riscontri dibattimentali, l’omicidio non risulta essere avvenuto nella abitazione di Benazzo; il corpo di Paula non sarebbe stato trasportato con i suoi mezzi (auto e furgone nella sua disponibilità); le dichiarazioni rese da Jana Serbanoiu sarebbero state dichiarazioni interessate, rese allo scopo di ottenere dei benefici come collaboratore giustizia.

“Tutto quanto detto su Benazzo non trova riscontro – ha concluso nella sua requisitoria – e non si può condannare una persona se non si può arrivare alla certezza della sua colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio”.

Sulle deposizioni del teste chiave Serbanoui si è soffermata nella propria arringa l’avvocato difensore, Francesca Martinolli: “ho ribadito che mancano i riscontri alle sue parole. Uno su tutti i tabulati telefonici. La testa dichiara che quando la vittima scappò dai suoi aguzzini per rifugiarsi nella casa di Benazzo a Villadose, sarebbe intercorsa una serie di chiamate tra il mio assistito e i futuri assassini. Ma di quelle telefonate non c’è traccia”.

Martinolli ha anche sostenuto l’assenza di un movente dietro l’omicidio. Fino ad oggi le varie corti di assise avevano sposato l’ipotesi che Benazzo cedette Paula ai gestori della locanda Valmolin, in provincia di Rovigo, per tacitare un debito di questi nei confronti di altra persona. “Non c’era nessun debito – ribadisce l’avvocato -. Anzi, era il gestore della locanda ad averlo nei confrotni di Benazzo”:

Proprio su questo aspetto del movente la Corte ha disposto che venga risentita la coimputata Gianina Pistroescu, già condannata all’ergastolo con sentenza passata in giudicato. La Pistroescu comparirà davanti ai giudici giovedì 23 luglio.

Benazzo ha assistito all’udienza in maniera impassibile, “anche se è molto provato – assicura Martinolli -: si ritrova con quattro ergastoli annullati, un pg che per ben due volte ne chiede assoluzione e da 12 anni è costretto a vivere in una situazione assurda. Abbiamo sempre sostenuto che le dichiarazioni della Serbanoiu contro Pistroescu e quelle contro Benazzo andavano valutate con due criteri diversi. Finalmente qualcuno ci dà ragione”.

La parte civile, l’avvocato Chiara Lazzari, mentre lascia l’aula insieme ad Aurelian, il fratello della vittima, anticipa che inoltrerà a breve la richiesta di rimpatrio dei resti del corpo di Paula, essendo venute meno ormai le esigenze processuali.

Da 12 anni quello che è rimasto del corpo carbonizzato della ragazza riposa nel cimitero degli indigenti di Cassana, nella periferia di Ferrara.

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