Politica
16 Luglio 2020
Indagata per omicidio colposo insieme al titolare dell'agriturismo: "Atto dovuto, piena fiducia e collaborazione con gli inquirenti". Venerdì parteciperà al conferimento dell'incarico per l'autopsia

Bimbo annegato, parla la madre: “È bastato un attimo”

di Redazione | 2 min

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Mesola. “Basta un attimo che perdi di vista tuo figlio e lo trovi morto”. È comprensibilmente schioccata e affranta da un dolore incommensurabile, se mai si possa lontanamente immaginare un lutto del genere, la mamma del piccolo Maximiliano Grandi, annegato domenica pomeriggio nella piscina dell’agriturismo Ca’ Laura di Bosco Mesola.

La madre Veronica Romanelli, indagata per omicidio colposo insieme al titolare dell’agriturismo Gabriele Mantovani, è chiusa nel cordoglio più profondo ma nonostante l’infinito dolore si dice “a totale disposizione degli inquirenti” ai quali affida “piena fiducia e collaborazione” con la consapevolezza che l’indagine a suo carico sia un “atto dovuto” per fare chiarezza sulla morte di suo figlio di 4 anni e mezzo, trovato sul fondo della piscina per gli adulti ormai esanime.

Accompagnata dall’avvocato Gianni Ricciuti, assisterà personalmente al conferimento dell’incarico al medico legale per l’autopsia, fissato dal pm Stefano Longhi nella giornata di venerdì 17 luglio. Un esame fondamentale per chiarire le cause del decesso, anche se tutto fa presupporre un annegamento legato a una congestione. Il bimbo aveva infatti mangiato da poco un gelato, poi rigettato durante la procedura di rianimazione, effettuata immediatamente nel disperato tentativo di salvargli la vita, rivelatosi vano.

Un attimo di svista, un vuoto fatale di alcuni minuti, bastato al piccolo Maximiliano per finire – ancora da chiarire se a causa di una caduta accidentale, di un improvviso malore o di un tuffo volontario – nella vasca più grande, profonda al massimo un metro e trenta, dell’agriturismo di via Cristina, sottoposto a sequestro e gestito dal titolare Mantovani insieme alla moglie. Il nome del proprietario, assistito dall’avvocato Mirca Ferrari, è iscritto nel registro degli indagati per verificare le questioni legate a permessi, salvataggio e misure di sicurezza della struttura.

Il padre Erik non è indagato perché non era presente al momento dell’incidente, ma è accorso sul posto appena gli è arrivata la notizia più tragica di tutte e si è comunque rivolto all’avvocato Gianluigi Pieraccini. La famiglia risiede a Migliarino e tutta la comunità è sconvolta da questo dramma che ha strappato la vita al piccolo Maximiliano.

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