Politica
15 Luglio 2020
Le nuove dirigenti Calamai e Bardasi si presentano in conferenza socio-sanitaria. Il primo intervento in Giovecca continua a dividere l'amministrazione Fabbri e i sindacati

Ausl e Sant’Anna verso la fusione: “È l’obiettivo del mandato, ci sarà da lavorare”

di Ruggero Veronese | 4 min

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Da sinistra: Monica Calamai, Alan Fabbri, Paola Bardasi

Torna il sereno tra i sindaci e le aziende sanitarie ferraresi, che dopo il durissimo scontro in videoconferenza del 10 giugno scorso sulle modalità di gestione dell’emergenza Covid-19 (e in particolare sulla distribuzione dei pazienti positivi tra i vari ospedali) si sono ritrovati in conferenza socio-sanitaria nell’aula magna di Cona.

Cinque settimane di grandi cambiamenti per la sanità ferrarese, e non solo per quanto riguarda il trend dei contagi da Coronavirus (che al momento vede numeri abbastanza rassicuranti). Il 26 giugno sono infatti state nominate le nuove dirigenti delle due aziende sanitarie: Monica Calamai (Ausl) e Paola Bardasi (Sant’Anna), che hanno preso il posto di Claudio Vagnini e Tiziano Carradori.

L’obiettivo del mandato dei nuovi vertici sanitari è stato ‘assegnato’ dalla stessa Regione, nella delibera che ha ufficializzato le nomine: l’unificazione delle due aziende sanitarie locali, per arrivare a una maggiore integrazione dei servizi e a un risparmio nei costi.

Una linea guida appoggiata anche dal sindaco di Ferrara (e presidente della conferenza sociosanitaria) Alan Fabbri, che aprendo la discussione ha ribadito il proprio “parere favorevole alle nomine e agli obiettivi contenuti nella delibera regionale, in particolare l’unificazione delle aziende e la valorizzazione della continuità assistenziale, anche attraverso il completamento della Cittadella di San Rocco (l’ex Sant’Anna in corso Giovecca, ndr) e di un punto di primo intervento al suo interno”.

Cristiano Zagatti (Cgil) con Calamai e Fabbri

Obiettivi che, mette subito in chiaro Calamai, non sono esattamente dietro l’angolo: “È chiaro che l’integrazione tra i servizi dovrà essere a tutto tondo e mentirei se dicessi che non c’è da lavorare – afferma la nuova dirigente Ausl -. Quindi è importante che dai sindaci e dai territori ci vengano manifestate tutte le esigenze e necessità per poter creare un piano completo”.

Concetti sottolineati anche da Bardasi, che prima di fare il punto sugli ultimi dati relativi all’emergenza Coronavirus spiega che “la parola d’ordine di questo mandato sarà arrivare all’unificazione delle aziende. Quello che ho compreso in questi primi 15 giorni è che l’emergenza è stata gestita in modo molto efficace”.

Anche da parte dei sindaci che compongono la platea il giudizio verso il mandato dei nuovi vertici sanitari sembra sostanzialmente favorevole, come confermano il sindaco di Cento Fabrizio Toselli e di Codigoro, Sabina Zanardi, che chiede in particolare a Bardasi un impegno per “ripristinare il prima possibile le visite specialistiche all’Ospedale del Delta”.

Un possibile confronto – o addirittura scontro – che potrebbe presentarsi in futuro è invece quello che lasciano intravedere i sindacati. Il segretario della Cgil Zagatti spiega infatti di aver “apprezzato nella delibera regionale il mancato richiamo al ritorno di un pronto soccorso in corso Giovecca. Bisogna aver chiari gli obiettivi e questo mancato richiamo è positivo per la cultura cittadina”. Parole che, per quanto concilianti nei toni, potrebbero rappresentare il vero punto di frizione tra due linee di pensiero radicalmente diverse: da un lato l’amministrazione Fabbri, che già in campagna elettorale puntò sulla creazione di un punto di primo intervento in corso Giovecca, dall’altro i sindacati e una parte del centrosinistra, che sottolineano la necessità per ogni pronto soccorso di essere integrato con gli altri reparti ospedalieri, per non trovarsi di fronte a situazioni non gestibili col rischio di causare danni collaterali.

Il sindaco di Codigoro, Sabina Zanardi

Il contrasto tra le due visioni per il momento appare ancora smussato dalla scelta delle parole: infatti mentre Fabbri promuove la “realizzazione di un punto di primo soccorso”, Zagatti afferma di voler evitare il “ritorno del pronto soccorso”. Ma anche al netto della diversa terminologia, è facile immaginare che i tanti punti di contatto tra i due servizi (primo soccorso e pronto soccorso) potrebbero innescare qualche polemica e fraintendimento nel momento in cui si dovrà passare all’atto pratico.

A questo proposito le due nuovi dirigenti, Calamai e Bardasi, durante la conferenza non si sono espresse né in un senso né nell’altro, pur sottolineando in più occasioni la necessità di procedere verso una maggiore “integrazione dei servizi” tra ospedale e Cittadella di San Rocco. Fabbri, uscendo dalla conferenza, ribadisce che “la nostra intenzione è sempre quella di creare un punto di primo intervento in corso Giovecca”. Spetterà ora ai nuovi vertici sanitari indicare la direzione verso cui procedere.

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