Spal
13 Luglio 2020
I risultati e soprattutto le prestazioni rendono difficile una riconferma del tecnico anche in Serie B. Mattioli aveva già avvertito: "Se su dodici partite ne perderemo altrettante, si verranno a creare dei problemi"

E se la Spal non riconfermasse la fiducia a Di Biagio?

di Redazione | 4 min

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(foto di Paolo Rattini)

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“Stiamo parlando con il mister per l’eventualità di un progetto che lo veda sulla panchina della Spal anche in Serie B e siamo pronti a portarlo avanti. Se su dodici sfide ne perde dodici però, verrebbero a crearsi dei problemi e bisognerà vedere come finiremo. Ora siamo chiamati a fare un miracolo e io credo molto in questo gruppo”.

Sembra essere trascorsa una vita da quelle che sono state le ultime esternazioni pubbliche di Walter Mattioli. Era il 23 giugno scorso e dopo quasi tre mesi di stop causati dall’emergenza sanitaria legata al diffondersi del Coronavirus, la Spal allenata da Gigi Di Biagio si preparava a scendere in campo contro il Cagliari, nella speranza di riprendere il cammino da dove si era interrotto. Dai tre punti messi a segno con il Parma, grazie alla realizzazione dal dischetto di Petagna, senza però prima fare i conti con la rete nei minuti finali di Simeone, primo presagio di quello che sarebbe poi successo nelle partite successive.

Da quel giorno infatti, con buona pace della tifoseria biancazzurra, di acqua sotto i ponti ne è passata abbastanza. Tanta quanto basta per quantificare oggettivamente il ruolino di marcia della Spal da quando si è insediata la nuova guida tecnica ed evincere come la posizione in classifica dal suo arrivo ad oggi sia rimasta invariata, seppur gli avvocati del diavolo potrebbero facilmente trovare attenuanti nelle difficoltà di lavorare con diversi infortunati e una rosa non allestita secondo le esplicite volontà dell’ex ct dell’Under 21.

Dall’ultima posizione di allora all’ultima posizione odierna è difatti cambiato poco e niente, a maggior ragione se si analizzano i dati, che parlano di un trend tutt’altro che favorevole per una società che doveva provare a salvarsi: 9 gare giocate, 1 vittoria, 1 pareggio e ben 7 sconfitte per un totale di 4 punti raccolti (0,4 a partita, ndr), conditi da 18 gol subiti e solamente 6 realizzati. Insomma, un bollettino di guerra da cui si può notare, in maniera piuttosto elementare, come la scossa tanto attesa non sia definitivamente mai arrivata e non arriverà nemmeno.

Ma a destare preoccupazione è soprattutto l’atteggiamento con cui la squadra è scesa in campo ultimamente. Un peggioramento costante che trova nella mancanza di dignità, di orgoglio e di fuoco interiore i principali motivi che l’hanno portata ad affrontare gli scontri diretti decisivi con la mentalità di un gruppo retrocesso già psicologicamente, ormai rassegnato ad una discesa senza freni in cadetteria, tanto amara quanto meritata, specialmente per non essere riusciti a dimostrare di saper fare “un grande finale di campionato perché la nostra mentalità è quella di lottare fino alla fine” come sottolineava lo stesso Mattioli pochi giorni prima della ripartenza.

Sia chiaro, per una provinciale retrocedere è un qualcosa all’ordine del giorno e ci sta assolutamente, ma sono le modalità con cui ciò avviene che fanno la differenza. Inevitabilmente quindi, considerando che spesso e volentieri a farne le spese è l’allenatore, è pressoché verosimile che la Spal cominci a nutrire i primi dubbi sull’eventualità di affidare la guida della propria panchina a Gigi Di Biagio anche per il prossimo anno.

Si sa, la Serie B è campionato ostico, equilibrato e aperto, in cui i dettagli possono fare la differenza e volersi presentare ai nastri di partenza con un allenatore che rischia seriamente di venire ricordato per aver condotto l’Ars et Labor al suo primo ultimo posto in classifica in cento e passa anni di storia è scelta abbastanza azzardata da fare, sia per le sorti della squadra che nei confronti di una tifoseria che già in questi giorni è sembrata essere abbastanza scettica sul tecnico romano.

In questo senso, se e quando torneranno a parlare, oltre che a smentire le voci di una possibile smobilitazione e ribadire ancora una volta il loro impegno per i prossimi anni, insieme al direttore sportivo Zamuner, la famiglia Colombarini e Mattioli dovranno fare chiarezza anche sul nodo legato al contratto in scadenza dello stesso Di Biagio, in modo tale da disegnare con largo anticipo i progetti futuri, che avranno come obiettivo principale quello di far dimenticare in fretta lo scempio delle ultime prestazioni, a favore di un nuovo corso che possa riportare entusiasmo, solidità societaria e attaccamento alla maglia da parte di chi va in campo e di chi segue la Spal da fuori.

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