Cronaca
22 Giugno 2020
Nell'anniversario della condanna definitiva dei quattro poliziotti che uccisero Federico il padre Lino ripercorre le emozioni di quel giorno

Aldrovandi, la sentenza della Cassazione e quell’abbraccio a ‘tre’

di Redazione | 2 min

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Era il 21 giugno del 2012 quando la Cassazione confermò la condanna a tre anni e sei mesi per Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, i quattro poliziotti che uccisero Federico Aldrovandi in via Ippodromo a Ferrara all’alba del 25 settembre 2005.

Una sentenza definitiva, senza appello, di cui ieri 21 giugno ricorreva l’anniversario. Una ricorrenza che non è stata dimenticata dal padre di Federico, Lino Aldrovandi, che ha voluto ricordarla con un post su Facebook di cui riportiamo integralmente le parole.

“Oggi 21 giugno 2020, prima che la notte ci prenda nel suo vortice di buio, un ricordo forte di condanna. Di una condanna definitiva, di un 21 giugno 2012 ormai lontano, a Roma, presso la Cassazione, emessa contro chi uccise senza una ragione il nostro bimbo, mio e di Patrizia. Patrizia non c’era quel giorno, perchè era stata ricoverata d’urgenza per un problema di salute. L’avvisai subito dopo la sentenza, che decretò la condanna di quelle 4 schegge impazzite (parole del procuratore in udienza). Pronunciai solo il nome di Federico e mi misi a piangere. Non c’era bisogno di tante parole. Federico non sarebbe tornato comunque e non poteva esserci la minima gioia. Lei capì. Con quell’abbraccio tra me e Fabio, due papà, quasi ad illuminare finalmente il cielo, di una luce meravigliosa e pulita, quasi che Federico fosse lì presente, in quell’abbraccio a “tre”. Per sempre caro Fabio, per sempre. Lino”

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