Cronaca
18 Giugno 2020

Caso Panigalli, assolto anche Dobrev il ‘mediatore’

di Daniele Oppo | 3 min

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Il pubblico ministero Barbara Cavallo, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Ma per Dobrev Stanyo Radev, il 49enne bulgaro accusato di tentato omicidio in concorso di Lucia Panigalli, è arrivata l’assoluzione “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.

E, a conti fatti, non poteva che finire così dopo l’assoluzione definitiva per Muaro Fabbri, la mente di tutto che voleva a tutti costi far uccidere la sua ex compagna, probabilmente per non doverle pagare il risarcimento da 50mila euro, e commissionò l’omicidio.

La verità giudiziaria dice che Fabbri venne truffato: Dobrev (difeso dall’avvocato Gianluigi Biondi del foro di Forlì) si fece pagare 25mila euro, un’auto e un trattore e gli fece credere di aver davvero dato avvio a tutte le mosse per uccidere la Panigalli, ma aveva già spifferato tutto al magistrato di sorveglianza  e agli inquirenti con l’obiettivo di ottenere benefici sulla sua pena e poi godersi pure i soldi di Fabbri.

Tra le rivelazioni e l’intervento effettivo delle forze dell’ordine, preoccupate che le cose stessero davvero per andare nella direzione dell’omicidio, ci furono diverse intercettazioni e il trasferimento del ‘dovuto’ da Fabbri a Dobrev, e qui si inserisce la tesi di procura e parte civile (avvocati Eugenio Gallerani e Giacomo Forlani): il 49enne, non avendo più avuto riscontri dagli inquirenti, avrebbe pensato di agire sul serio, convinto che le sue rivelazioni lo avrebbero comunque protetto, pronto a giustificare il passaggio dei 25mila euro come un prestito per rifarsi una vita quando sarebbe uscito dal carcere. Anche perché a Fabbri diede indicazioni molto precise sull’abitazione della Panigalli, che avrebbe ottenuto mandando il figlio Radostin Stanev (anche lui già assolto) a fare un’ispezione.

Lui ha sempre spiegato che le informazioni sulla casa se le fece dare dal figlio sì, ma perché aveva fatto una ricerca su Internet e gli servivano per dimostrare a Fabbri che stava onorando la sua parte di patto e procurare nel frattempo delle prove utili agli inquirenti – per poter ottenere ancora maggiori benefici in ottica di sconti di pena o vantaggi in carcere – anche se questi avevano presto smesso di chiedergliene.

“Sono soddisfatto e  confido che venga anche riabilitata la figura di Dobrev, se si è fatto processo per tentato omicidio è grazie a lui”, commenta l’avvocato Biondi.

Per l’avvocato Gallerani si tratta di una “decisione prevedibile alla luce della sentenza definitiva che aveva mandato assolto Fabbri dal tentato omicidio, non in relazione all’intenzione omicidiaria  ma proprio per i dubbi sorti sulle reali intenzioni di Dobrev”.

Il collegio presieduto da Vartan Giacomelli con a latere i giudici Alessandra Martinelli e Andrea Migliorelli depositerà le motivazioni entro 15 giorni.

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