Riva del Po
24 Maggio 2020
Quattro persone denunciate dai carabinieri: si erano inventate un lascito da 40mila euro a favore della parrocchia da parte della ragazza uccisa dall'ex compagno. Ancora nei guai Cristiano Perini

Un finto testamento di Cinzia Fusi per tentare di truffare il parroco

di Redazione | 2 min

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Berra. Cristiano Perini. Ancora lui, il truffatore seriale dei preti. Questa volta, insieme ad altri tre complici, si è spinto però troppo oltre cerando di raggirare il parroco di Berra con un finto testamento di Cinzia Fusi, la ragazza 34nne uccisa a Copparo il 24 agosto dello scorso anno dall’ex compagno e datore di lavoro Saverio Cervellati.

Nella giornata di venerdì i carabinieri della stazione di Berra hanno denunciato tutti i complici per tentata truffa in concorso.

A dare il via alle indagini, a settembre, è stato lo stesso don Francesco Pio Morcavallo denunciando ai carabinieri un tentativo di truffa, a opera di ignoti, ai danni propri e della parrocchia.

Il sacerdote ha riferito di essere stato contattato da un sedicente direttore di banca e, successivamente, da un sedicente notaio, che gli avevano detto di avere in mano un testamento, consegnato tempo addietro da Cinzia Fusi nel quale c’era scritto che la ragazza aveva deciso di donare 40.000 euro alla parrocchia di Berra.

Gli interlocutori avevano spiegato al sacerdote che, dovendo istruire la pratica relativa al lascito, necessitavano urgentemente del 7,5 % della somma per procedere al pagamento di bolli e oneri vari, da saldare con un bonifico bancario a un Iban che gli avevano comunicato.

Il sacerdote, insospettito soprattutto della pressione esercitatagli dai due sedicenti professionisti per il versamento di 3.000 euro, ha chiesto loro un incontro al fine di pagare eventualmente in contanti la somma richiesta. I due anonimi interlocutori, però, con la scusa della trasparenza bancaria e della normativa contro il riciclaggio, gli hanno detto che non potevano accettare denaro contante e che, pertanto, era necessario procedere con estrema urgenza a effettuare il bonifico bancario, suggerendo al parroco di anticipare la somma utilizzando il suo conto corrente privato, così dopo pochi giorni avrebbe ricevuto un loro bonifico dell’importo di 40.000 euro.

Il sacerdote, avendo capito l’inganno, si è fiondato dai carabinieri che venerdì hanno concluso le indagini individuando Perini, 50 anni, notissimo truffatore seriale – che si sarebbe spacciato per il notaio – e altre tre persone intestatarie di conti correnti e utenze telefoniche utilizzate dal truffatore.

Perini, noto anche come il falso don Domenico Bedin, nei giorni scorsi era stato denunciato per ricettazione dalla Squadra mobile della polizia che ha trovato in casa sua un timbro della parrocchia di Pontelagoscuro, dove officia don Silvano, fratello di don Domenico.

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