Faccio il sovversivo
10 Maggio 2020

Cosa dirà la gente?

di Faccio | 3 min

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Cosa dirà la gente…

Vi racconto una storia che ha dell’incredibile. Un uomo, che chiameremo Gilberto e una donna, che chiameremo Feliciana, si conoscono e decidono di sposarsi: siamo negli anni 60 e precisamente a Zenzalino frazione di Copparo, lei ha 17 anni lui 25, si frequentano, una sera vanno al cinema a vedere “ultimo tango a Parigi” di Bertolucci e li bloccano, perché essendo lei minorenne non possono entrare.

Si sposano e hanno prima una figlia e poi un figlio, nel frattempo si trasferiscono a Copparo. Sembra una famiglia normale agli occhi della gente, lei lavora in campagna ed è “l’amministratore” della famiglia, come quasi tutte le famiglie di quegli anni e forse anche di adesso è la signora che gestisce gran parte dell’organizzazione familiare.

Lei raccoglie la frutta e mette da parte il denaro che occorre per vivere, per pagare la casa, per fare studiare i figli e per dare a tutti una vita dignitosa.

Lui, dopo anni trascorsi a fare il mezzadro, fa domanda alla Berco e viene assunto, tutto normale.

Lei lotta con tutta se stessa per far sembrare la loro storia una storia come tante, mamma lavora, papà lavora e i figli crescono belli e sereni.

Se non che il figlio maschio, come del resto la figlia femmina, con l’avanzare dell’età vedono e sentono che qualcosa non va: litigate feroci, urla sempre più forti, sempre più forte la voglia di dire “ma perché state insieme che non vi siete mai amati”… invece no, si va avanti.

La figlia maggiore, dopo anni di fidanzamento, si sposa e da alla luce una figlia meravigliosa, Gilberto e Feliciana diventano nonni…

Intanto i litigi proseguono.

Dopo 10 anni esatti dal matrimonio della sorella si sposa anche il figlio minore, lui ha 2 bambini altrettanto splendidi.

Tutto bene, a parte le parole e i litigi che ancora continuano e che probabilmente non cesseranno mai.

Con i figli sposati e con le loro famiglie contente, Gilberto e Feliciana, forse tardivamente (anzi senza forse) decidono di separarsi, decidono che non possono protrarre questa storia mai nata.

Feliciana rimane nella casa dove i due hanno vissuto per quasi tutta la vita, Gilberto va a vivere in affitto in una casa appena fuori dal centro.

Lei si ammala quasi subito, muore il 7 Novembre 2018 all’ADO di Codigoro, lui avrebbe dovuto vivere da solo, invece viveva insieme ad un ragazzo che non poteva nemmeno tenere in casa: il ragazzo era ed è conosciuto dalle forze dell’ordine e dai servizi sociali, perché non ha famiglia ed è forse nullatenente. Denuncio questo contesto perché Gilberto è mio padre e Feliciana era mia madre.

Morale della storia?

Mi sono arrangiato!!!

Come?

Portando mio padre in una casa famiglia a Jolanda di Savoia e ora a Copparo.

Le forze dell’ordine avvertite e al corrente della situazione.

I servizi sociali avvertiti e al corrente della situazione.

L’ex l’amministrazione comunale anche.

Forse queste storie andrebbero trattate diversamente da parte degli enti pubblici, perché non dovrebbero esistere. Mio padre è anziano e, sebbene sia capace di vivere la sua quotidianità, non è più tanto in grado di intendere e di volere.

Oramai ne ha combinate di cotte e di crude, non sto ad elencarle.

Sono intervenuto in prima persona a far sgomberare il ragazzo parecchie volte, i vicini di mio padre non ne potevano più, mi chiamavano giustamente perché intervenissi.

Al momento è ospite di una casa famiglia, penso stia bene, appare molto più sereno di prima.

Non ce l’ho con nessuno…

Scrivo questo perché ho venduto la casa in cui abbiamo abitato insieme per quarant’anni alla Dezima (via 20 Settembre) a Copparo, sono talmente affezionato a quella casa che dalla morte di mia madre non riesco più ad entrare.

Anche se non c’è più, voglio fare gli auguri a mia Madre.

Ciao Mamma e buona festa della mamma, mi manchi tanto…

Cosa dirà la gente?

Francamente me ne infischio(cit)

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