Attualità
6 Maggio 2020
L'intervento del dottor Giacomo Caio, docente di Allergologia presso l'università di Ferrara, nonché responsabile dell'ambulatorio di Allergologia dell'ospedale di Cona

Allergie e Covid-19: “Non c’è correlazione”

di Redazione | 3 min

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Ad esplodere in questo periodo, oltre al Covid-19, ci si mettono anche le allergie primaverili, aumentando la sintomatologia facilmente confondibile tra la gente che, seppur a debita distanza, ci sta intorno. Un fattore che certamente non aiuta in un momento di allerta sanitaria già di per sé preoccupante, alimentando panico e fobie ad ogni starnuto o rinite. Attenzione a non farsi ingannare però: a spiegarci il perché è il dottor Giacomo Caio, docente di Allergologia presso l’università di Ferrara, nonché responsabile dell’ambulatorio di Allergologia dell’ospedale di Cona.

C’è correlazione fra le allergie comuni in questo periodo dell’anno e il Covid-19? Come si può riconoscere e differenziare i sintomi?

“La sintomatologia allergica e quella del Covid possono anche presentare tratti apparentemente comuni, ma non c’è assolutamente correlazione. I primi a riconoscerlo sono i pazienti stessi, che sarebbero in grado di riconoscere la propria rinite allergica persino da un raffreddore: l’allergia dà spesso starnuti a raffica, senza muco ma appunto solo accompagnata da rinite, e, soprattutto, non presenta febbre. Inoltre il soggetto allergico con una normale terapia antistaminica, nel giro di 48 ore circa, presenta miglioramenti”.

La terapia ‘standard’, se così la possiamo definire, dei soggetti allergici – che prevede appunto antistaminici, cortisonici o spray nasali – dovrebbe essere rivista in questo periodo di allerta sanitaria?

“Assolutamente no. È necessario che le terapie vadano continuate: tra i pazienti allergici si contano anche gli asmatici, la cui terapia prevede per esempio gli steroidi inalatori. Sospendere la terapia in questo caso provocherebbe più danni che altro”.

Si è stimato quante persone positive al Covid-19 presentavano allergie?

“Dati al riguardo non ne ho, ma posso affermare con certezza che il livello di rischio di contrarre il virus dei soggetti allergici e non, è il medesimo. In altre parole abbiamo tutti la stessa probabilità di rischio di essere contagiati”.

Questo spiega dunque il motivo per cui Ferrara, fra le città più prolifere di soggetti allergici, è stata anche una di quelle che contano meno contagi?

“Certamente sì”.

E nel caso in cui si contragga il virus, i soggetti allergici si possono considerare più a rischio di complicanze? O è meglio non creare falsi allarmismi?

“Non c’è nessun fattore che indichi i soggetti allergici tra le fasce di chi è maggiormente esposto a complicanze, nemmeno gli asmatici. Certo, chi presenta un’asma allegica grave probabilmente sì, ma questo vuol dire che è un’asma probabilmente mal curata e portata avanti negli anni: il che porta a supporre anche che l’età del paziente che presenta un’asma allergica del genere si avvicini alla fascia degli over 65, che è anche quella più colpita dal Covid-19. Ma questo è un quadro molto particolare”.

Il fattore pioggia/siccità può incidere sulla diminuzione o meno delle allergie? E del Covid?

“Del Covid, che mi risulti, no. Dell’allergia, direi “ni”. Sappiamo bene che dopo una forte pioggia, le persone allergiche traggono un effetto benefico che però, è momentaneo. Inoltre verso maggio-giugno, oltre alle più comuni graminacee, si sviluppa anche l’allergia all’alternaria, un particolare fungo che prolifera in questo periodo dell’anno e che non tutti conoscono. E del quale la pioggia ne favorisce, appunto, la proliferazione. Un altro fattore che può fuorviare, e che conferma la non relazione tra le allergie e il virus della pandemia in atto”.

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