Una petizione, un’istanza, una raccolta firme che finisce al ministero e un consiglio. Continuano ad alzarsi voci contro la scelta della giunta leghista del sindaco di Ferrara Alan Fabbri di privilegiare il criterio della cittadinanza rispetto a quello del bisogno nell’assegnazione dei buoni spesa.
Dal M5S la deputata Stefania Ascari ha lanciato un appello sottoscritto da 60 portavoce del Movimento, tra i quali il consigliere comunale Tommaso Mantovani. Ascari ha indirizzato la richiesta in una lettera al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al prefetto di Ferrara Michele Campanaro, chiedendo di “garantire eguaglianza sostanziale nella distribuzione dei bonus spesa erogati dal Governo e dare così risposta ai richiedenti asilo che non avrebbero possibilità di accedere, secondo i criteri imposti dalla giunta Fabbri. Difendiamo altre persone, come i lavoratori stagionali e i titolari di permessi di soggiorno, la cui dignità deve essere riconosciuta nei principi e nei fatti”.
Su change.org invece è attiva una petizione, dal titolo Coronavirus: Buoni Spesa, Priorità e Discriminazione, che in un paio di giorni ha raggiunto quasi duemila firme. “Il nostro Paese sta facendo uno sforzo enorme – si legge nel testo -, sforzo sostenuto innanzitutto degli operatori sanitari, per salvare vite umane e per mantenere la coesione sociale. Ma a Ferrara non si dà la priorità ai bisogni delle persone, ma alle scartoffie e non si affrontano le vistose disuguaglianze, ora ancora più evidenti ed odiose”.
I firmatari fanno presente che “stiamo parlando di buoni alimentari, di cibo, di fame. Stiamo parlando di sopravvivenza. Il virus non guarda i documenti e neanche la povertà guarda in faccia a nessuno. Ci salveremo solo insieme!”.
Una istanza per chiedere criteri non discriminatori, trasparenza nella gestione e distribuzione sulla base dei reali bisogni arriva invece da Potere al Popolo di Ferrara. Pap chiede all’amministrazione comunale di “dare massima informazione possibile, con ogni canale, sull’opportunità messa in opera; potenziare gli uffici preposti alla raccolta e verifica delle domande e all’erogazione dei buoni; precisare e identificare criteri verificabili e non discriminatori per l’accesso ai buoni pasto, prediligendo il prolungamento della fruizione per i realmente bisognosi al criterio ad esaurimento e eliminando ogni rischio di allargamento discrezionale della platea: estendere a tutti gli esercizi commerciali con categoria Ateco inerente, lo status di Esercizio Commerciale Convenzionato per l’acquisto dei buoni spesa; comunicare, quotidianamente, sul sito istituzionale dell’ente e con altro mezzo ritenuto idoneo, lo stato di erogazione dei buoni pasto, con indicazione del numero di cittadini beneficiari sino al totale esaurimento del fondo messo a disposizione”.
Pap, inoltre, per permettere agli “esigui buoni pasto disponibili” di avere “un maggiore potere d’acquisto”, chiede a governo e sindaco di “intervenire immediatamente presso le principali catene di supermercati, imponendo prezzi calmierati ai generi alimentari di prima necessità. Questo sarebbe davvero un atto reale di giustizia sociale”.
Infine all’attenzione di Alan Fabbri arriva anche un suggerimento. Glielo invia Leonardo Fiorentini, co-coordinatore di Emilia Romagna Coraggiosa Ferrara, che prende atto della disorganizzazione del Comune di Ferrara in merito alla distribuzione: “Dispiace in questi giorni di grave crisi dover saggiare l’inadeguatezza degli amministratori locali. Non solo dal punto di vista umano e politico, ma anche meramente organizzativo”.
Sulla procedura di richiesta dei buoni “ci limitiamo ad un suggerimento, che mai avremmo pensato di dover dare: Ferrara faccia almeno come Bondeno, usi internet per facilitare la vita alle persone in difficoltà”.
A Ferrara infatti il centralino di Asp è andato il tilt per l’alto numero di telefonate per le richieste dei buoni spesa. Anche perché in maiuscolo grassetto sul sito del Comune c’è scritto: “Le richieste dei buoni spesa dovranno essere effettuate esclusivamente in modalità telefonica a partire da venerdì 3 aprile 2020”.
E invece “nel Comune di Bondeno – che dovrebbe essere conosciuto al sindaco – si può invece inviare una mail con il modulo compilato, senza alcun problema di operatori disponibili, linee intasate o altro. Certo non tutta la platea dei fruitori del buono spesa ne potrebbe usufruire, ma probabilmente aiuterebbe chi in questo momento ha bisogno di aiuto ad avere una risposta veloce e adeguata al momento in cui viviamo”.
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