Cronaca
5 Aprile 2020
Lavoro nero e nessuna igiene nel capannone, perizie sugli abiti sequestrati. Il questore: "Pregiudicano la salute, attività da colpire ancor di più nell'emergenza"

Chiude il laboratorio-dormitorio tra espulsioni, arresto e indagini

di Redazione | 4 min

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Chiusura dell’attività, un arresto, sette espulsioni e un’indagine per sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si chiude così la prima parte dell’operazione di Polizia di Stato e Polizia Locale in un laboratorio tessile gestito da cinesi nella zona artigianale di via Veneziani a Ferrara.

Il capannone adibito a laboratorio della società “Perfetto confezioni di Mao Yongjun” è stato chiuso provvisoriamente per 5 giorni in attesa dell’applicazione della sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’attività da parte del prefetto.

Sul laboratorio – che dai primi accertamenti effettuati presso la Camera di Commercio è risultato regolarmente iscritto, come impresa individuale intestata a un cittadino cinese di 38 anni, con la ragione sociale “confezione di accessori e abbigliamento” – sono in corso accertamenti da parte di altri organi con competenze specifiche: Inps, Direzione Provinciale del Lavoro, Dipartimento di Sanità sulle norme igienico-sanitarie e Vigili del Fuoco.

Il laboratorio tessile che confeziona prodotti di abbigliamento per noti brand della moda, come anticipato subito dopo il blitz, si presentava in pessime condizioni igienico sanitarie, con la presenza di numerosi banchi di lavoro dotati di circa 40 postazioni con macchine da cucito professionali circondati da cumuli di tessuti pronti per la lavorazione, da capi di abbigliamento (completi abito, camice, giacche, pantaloni di diversa fattura e taglie diverse) e da numerosi scatoloni già imballati per la spedizione.

Nella struttura principale e locali attigui sono stati ricavati abusivamente numerose stanze adibite a dormitorio, alcune prive di finestre, una zona dedicata alla preparazione di pasti e un servizio igienico in precario stato di manutenzione e pulizia.

Nel corso dei controlli a sorpresa gli agenti hanno identificato 18 persone, tutte di nazionalità cinese, di cui nove regolari sul territorio nazionale e gli altri privi di documenti. Tutti sono stati sanzionati per aver violato le misure previste dal Dpcm, in particolare per non aver rispettato le distanze interpersonali di sicurezza.

I nove privi di documenti sono stati accompagnati in Questura per sottoporli ad accertamenti identificativi e rilievi foto-dattiloscopici. Al termine delle verifiche dell’Ufficio Immigrazione uno di loro è risultato regolare in quanto richiedente asilo, mentre altri sette, clandestini, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, con immediata notifica del decreto e ordine di espulsione.

L’ultimo, colpito da un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Bergamo, è stato arrestato e accompagnato in carcere. Il legale rappresentante della società è stato indagato per sfruttamento della manodopera clandestina e favoreggiamento della presenza di cittadini irregolari in Italia.

In relazione a quanto riscontrato all’interno e all’esterno dei locali si può ipotizzare che i lavoratori impegnati fossero più di quelli presenti al momento dell’accesso, atteso il numero delle postazioni di lavoro e dei posti letto.

L’intera merce confezionata è stata sequestrata dalla Polizia Municipale per un totale di 668 capi di abbigliamento – che riportavano etichette di noti brand della moda e relativo cartellino prezzato 90/100 euro – e trasferita in un deposito per le successive perizie tese a verificare l’autenticità dei marchi e la composizione dei tessuti.

È una delle prime grandi operazioni messe a segno dal questore Cesare Capocasa: “Si tratta di attività delittuose che pregiudicano la salute e il lavoro quali diritti costituzionalmente garantiti e pertanto devono essere colpite con assoluto rigore, ancor di più nell’attuale emergenza epidemiologica di rilevanza internazionale che ha richiesto l’adozione di misure eccezionali di contenimento del contagio sia in riferimento alla circolazione delle persone che all’esercizio delle attività commerciali e aziendali”.

“Complimenti a Polizia di Stato e Polizia Locale per essere intervenuti con un blitz all’interno di un’azienda abusiva cinese – interviene il sindaco Alan Fabbri -. Tutto nasce da una segnalazione al vicesindaco Nicola Lodi che ha prontamente avvisato il questore. L’azienda, nonostante le disposizioni del decreto del governo Conte, continuava la sua attività di produzione di articoli di abbigliamento. All’interno, oltre a riscontrare pessime condizioni igienico-sanitarie e stampe di noti brand probabilmente contraffatti, sono state individuate 9 persone irregolari e 1 persona già ricercata dalla polizia di Bergamo. Complimenti a tutti”.

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