Attualità
23 Marzo 2020
Il presidente del Consiglio firma il nuovo decreto. Restano aperti farmacie, supermercati, banche, assicurazioni, meccanici e aziende agricole. Essenziale anche la chimica, il petrolchimico non chiude

Conte firma, lo stop alle produzioni è legge. Cento i codici Ateco dichiarati essenziali

di Redazione | 3 min

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Alla fine è arrivato poco prima delle 20. Il decreto che impone la chiusura delle produzioni non essenziali è diventato in serata legge con la firma del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una pubblicazione straordinaria della Gazzetta Ufficiale è imminente, significando che il decreto diventerà esecutivo nel giro di ore e produrrà i suoi effetti fin da subito, nonostante nel pomeriggio si fossero rincorse voci che volevano il testo slittare di addirittura qualche giorno.

Dopo una giornata di consultazioni con le sigle rappresentative degli imprenditori e i tecnici del ministero dello Sviluppo Economico però, tutto si concretizza.

A partire dallo stop agli spostamenti dal Comune nel quale ci si trova tranne che per “comprovate assolute urgenze”, “motivi di salute” ed esigenze lavorative”: vuol dire niente spola tra domicili e residenze, o fare la spesa in altri territori magari raggiungendo il centro commerciale, o il prendersi cura di parenti se questi non si trovano anch’essi in situazioni di emergenza.

Una stretta che era già arrivata nel pomeriggio con un’ordinanza congiunta dei ministeri dell’Interno e della Salute e che ha visto il respingimento alla stazione di Milano di diverse persone che, con le imprese chiuse, stavano cercando di salire sui treni diretti al Sud per raggiungere casa e sono state rimandate indietro dalle forze dell’ordine.

Resta anche inteso che lo smart-working, o lavoro agile, quello che si fa da remoto – e quindi da casa – rimane ammesso come che, per le imprese dichiarate essenziali, vadano comunque garantite le misure di sicurezza previste dai protocolli emanati qualche giorno fa.

A rimanere aperte quindi saranno la filiera agricola, quella della pesca e quella dell’estrazione dei gas naturali, oltre alle industrie alimentari e di bevande. Restano aperti, come già annunciato sabato, supermercati alimentari e farmacie, parafarmacie ed edicole, tabaccherie e banche, assicurazioni e il mondo dell’informazione.

Non solo: ad essere dichiarati essenziali sono anche l’industria chimica e le produzioni di plastiche e gomme (il petrolchimico, quindi rimane in funzione), le funzioni di erogazione di energia elettrica, acqua e gas, le imprese di pompe funebri, le produzioni di prodotti medici e di dispositivi di produzione individuali, i laboratori.

Non solo: sono indispensabili i meccanici riparatori di autoveicoli così come le loro catene di approvvigionamento, i gestori delle reti fognarie, le attività di raccolta dei rifiuti e i commerci di macchinari agricoli, i veterinari e i sistemi privati di vigilanza (guardie giurate e assimilabili), i call center, le attività di pulizie e quelle di imballaggi così come gli insegnanti e la vendita e la riparazione di apparecchiature elettroniche.

Confermati i trasporti pubblici che non chiuderanno e non subiranno per il momento ulteriori variazioni di orari.

Di seguito la lista dei cento codici Ateco delle attività dichiarate essenziali (clicca per ingrandire).

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