Attualità
9 Marzo 2020
Govoni: "La nostra città non solo lo ha adottato, ma ne ha segnato in maniera significativa la produzione artistica"

Si è spento Emidio De Stefano, ha portato per 30 anni arte a Ferrara

di Redazione | 3 min

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Si è spento sabato sera Emidio De Stefano, noto artista di origini pugliesi ma ferrarese di adozione, da qualche tempo affetto da una grave malattia.

Nei quasi trent’anni trascorsi nella nostra città De Stefano ha insegnato pittura presso i laboratori dell’Accademia di S.Nicoló facente capo al Club Amici dell’Arte. Club che ha egli stesso presieduto negli ultimi anni.

Formatosi nel mondo dell’arte, prima come pittore di strada, dipingendo in alcune tra le piazze più famose del mondo e poi tra i pittori di Via Margutta (fu Guttuso a incoraggiarlo sulla via dell’arte) e poi, a Ravenna, come studente di Accademia, De Stefano, pugliese di nascita, era a Ferrara dagli anni ’90.

“La nostra città non solo lo ha adottato, ma ne ha segnato in maniera significativa la produzione artistica – lo ricorda il presidente del Club Amici del’arte Michele Govoni -. Una produzione, la sua, che ha assunto, nel tempo, vari indirizzi di ricerca (dalla pittura ad olio, all’affresco su tela, fino agli esiti innovativi degli ultimi anni, caratterizzati da un avvicinamento all’arte concettuale e alle tecniche più insolite e innovative) ma avendo sempre davanti a sé una strada ben definita: quella dell’idea che deve essere sempre seguita dal saper fare. Due concetti, questi, che Emidio De Stefano ha continuato a seguire per tutta la sua carriera di artista e maestro”.

“Personalmente – prosegue Govoni – conoscevo Emidio da moltissimi anni. Lo conobbi, io ancora bambino e lui giovane artista appena giunto a Ferrara, a casa di amici di famiglia presso i quali aveva consegnato alcune sue opere d’arte. Lo ricordo raccontare le sue tecniche artistiche, i motivi che lo avevano spinto a “osare” nelle sue ricerche nel mondo dei temi e dei simboli. Rimasi affascinato da quel giovane artista, dall’odore di olio di lino che emanavano i suoi quadri e dalla passione che sapeva trasmettere attraverso la voce e quel suo sguardo sempre vivo e attento. Sono convinto che una parte della mia passione per la storia dell’arte che è divenuta elemento dei miei studi universitari e, poi, del mio lavoro di giornalista e critico, sia venuta anche grazie a quell’incontro fortuito con il giovane Emidio”.

“Ricorderemo tutti e per sempre le sue presentazioni – conclude – alle esposizioni organizzate dal Club, le discussioni sulle tematiche dell’arte (spesso argomentate con una passione coinvolgente e forte), il suo amore per il teatro (era stato anche attore) e per la letteratura, i cui classici amava recitare a memoria. Una passione che non si sopirà mai, perchè continuerà a vivere nelle sue opere e in ciò che ci ha lasciato in eredità: come amico, come maestro, come presidente del nostro Club. A nome mio personale e di tutti i soci del Club Amici dell’Arte giungano alla famiglia le nostre più sentite condoglianze”.

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