Attualità
4 Marzo 2020
Sono 544 i casi positivi riscontrati in Emilia-Romagna. I nuovi diagnosticati in condizioni non gravi o asintomatici. Purtroppo però si registra il decesso di altre quattro persone

Coronavirus, a Ferrara è sempre “contagio zero” ma in regione il numero sale

di Redazione | 5 min

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Ferrara ancora a “contagio zero” da Coronavirus. Nelle ultime 24 ore altre 28 persone sono state prese in carico dal Dipartimento di Sanità Pubblica: 22 risultano in isolamento domiciliare e sorveglianza attiva, 6 in solo contatto telefonico senza isolamento, mentre per altre 5 persone la sorveglianza si è conclusa.

Si registrano 3 nuovi ricoveri in ospedale (a Cona, al Delta e a Cento) con altrettanti tamponi effettuati nei rispettivi nosocomi per i quali si attendono gli esiti. Tamponi che, dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, hanno dato 61 risposte negative e fortunatamente ancora nessuna positiva, mentre in 5 casi si sta attendendo l’esito delle analisi.

In provincia di Ferrara, dunque, i soggetti sottoposti a sorveglianza salgono a 226 (nelle 24 ore precedenti erano 198): 61 sono in isolamento, 84 in sorveglianza e per 81 di loro la sorveglianza si è conclusa.

In Emilia-Romagna la situazione è ben diversa, in quanto sono 544 le persone contagiate da Coronavirus, 124 in più rispetto all’aggiornamento del pomeriggio di martedì, a fronte di 2.385 test refertati. Tutti presentano un quadro clinico non grave o addirittura asintomatico. Sono 234 i pazienti in cura a casa, dove rispettano l’isolamento previsto, e 26 quelli ricoverati in terapia intensiva (due in più rispetto alle 24 ore precedenti).  I decessi sono saliti a 22 (più 4). Parallelamente sale anche il numero delle persone “clinicamente guarite”, che non presentano cioè più alcuna manifestazione clinica dovuta al virus, 6 in tutto, ma anche quello dei pazienti ricoverati in terapia intensiva che diventano 26, due in più.

Finora, inoltre, sono state installate 14 strutture esterne nelle aree degli ospedali e prossimamente, anche nei sette istituti penitenziari presenti in regione, finalizzate al triage per riscontrare eventuali contagi.

In dettaglio, ad oggi i casi di positività (543) sono: 319 sono a Piacenza, 115 a Parma, 20 a Reggio Emilia, 41 a Modena, 12 a Bologna (di cui 1 nel circondario imolese), 24 a Rimini, 2 a Forlì-Cesena, 2 a Ravenna.

Dei 124 nuovi casi rilevati, 63 riguardano Piacenza, 31 si riscontrano a Parma, 6 a Reggio Emilia, 8 a Modena, 5 a Bologna, a cui si somma 1 caso registrato nel circondario imolese, 9 a Rimini, 2 a Forlì -Cesena.  Resta invariato il numero delle persone risultate positive a Ravenna (2) Rispetto al giorno precedente si registrano altri 4 decessi, che portano a 22 il numero delle persone decedute in regione, 6 delle quali di provenienza lombarda.  Si tratta anche questa volta, come nel caso dei precedenti decessi, di persone con patologie pregresse. Tra i nuovi decessi 3 riguardano due uomini e una donna piacentini, tra i 64 e gli 87 anni di età, deceduti all’ospedale di Piacenza, e una signora di 87, di Parma, deceduta al nosocomio di Parma.

Più posti letto in terapia intensiva

La Regione Emilia-Romagna è intanto impegnata a incrementare il numero dei posti letto in terapia intensiva: entro la settimana, per le strutture ospedaliere del piacentino, sarà garantito il raddoppio delle postazioni di terapia intensiva che passeranno da 15 a 33 (oltre le 9 postazioni per l’attività ordinaria, extra Coronavirus).

I moduli per il triage

Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari e per la sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture sanitarie, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti nel piacentino, nuovi moduli provvisori per il triage, dove poter sottoporre le persone alle prime valutazioni delle condizioni generali e di esposizione prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 nella provincia di Modena (ospedali di Mirandola, Vignola Pavullo nel Frignano), 1 a Imola; 2 nel parmense, ospedale di Fidenza e Borgo Taro (PR), in aggiunta alle due tende antistanti all’ingresso Ps dell’azienda ospedaliera di Parma; si aggiungono nella provincia reggiana 2 a Guastalla, 1 a Montecchio oltre al presidio (2 strutture) in ingresso dell’Ospedale Santa Maria di Reggio Emilia.

In altre strutture ospedaliere (Modena Policlinico e Baggiovara, oltre agli ospedali di Carpi, Sassuolo, Rimini, Riccione e Ravenna per la Romagna ed all’ospedale di Cona a Ferrara sono già operativi specifici spazi con le medesime funzionalità all’interno delle aree di attesa o di ingresso. in tutte le rimanenti strutture della regione, si sta prevedendo una modalità di installazione rapida al crescere del numero dei casi (provincia di Ferrara e di Bologna e Faenza Lugo Cesena Forlì per la Romagna). In tali strutture sono comunque attive modalità per la separazione dei pazienti all’ingresso).

Altre attività messe in campo dalla Protezione civile regionale

Presso la base dell’aeronautica militare di San Polo di Podenzano (Pc), è in corso l’allestimento logistico, da completare in 2-3 giorni, di una struttura che verrà resa disponibile per ospitare le persone del Nord Italia che non possono svolgere il periodo di quarantena presso il proprio domicilio. Gli allestimenti in corso (strutture esterne con funzione di servizi e spogliatoi) si limitano a chi dovrà operare nella gestione di queste strutture. Inoltre, 25.200 mascherine FFP2 fornite dal Dipartimento nazionale sono state consegnate al deposito sanitario della Regione di Reggio Emilia, da cui verranno distribuite secondo i criteri prefissati, ad uso esclusivo di medici, infermieri e personale sanitario.

Donazione mascherine

E c’è anche, oltre al grande senso di responsabilità di cui stanno dando dimostrazione in questi giorni i cittadini emiliano-romagnoli, un gesto di generosità. Arriva da un’azienda di Modena, la Canovi Coperture Srl, che ha deciso di donare alla Regione 500 mascherine ‘ffp3’, cioè quelle con protezione massima. I dispositivi, disponibili già domani, saranno distribuiti nelle strutture sanitarie in cui si riscontra maggiore necessità e utilizzati dagli operatori sanitari.

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