Goro
29 Febbraio 2020
In collaborazione con i produttori, la società ferrarese ha condotto un'attenta analisi sulle problematiche della molluschicoltura in regione

Acquacoltura, i risultati del progetto di ricerca

di Redazione | 3 min

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Goro. Affrontare il problema dell’approvvigionamento di novellame di molluschi da avviare all’allevamento è stato il principale obiettivo del progetto ad hoc guidato da Delta 2000, finanziato con i fondi europei Feamp e ormai alle sue battute finali.

La sua realizzazione ha previsto nove incontri partecipativi nelle diverse marinerie da Goro a Cattolica e ha coinvolto i tecnici dell’Istituto Delta Ecologia Applicata e i produttori, che confrontandosi hanno fornito indicazioni in merito alle migliori soluzioni da adottare in relazione alle differenti specie. A conclusione del lavoro è stato redatto uno studio fattibilità sulla realizzazione di uno schiuditoio polivalente per bivalvi.

Uno studio che parte da un dato chiaro: la produzione mondiale di bivalvi per il consumo umano è di circa 15 milioni di tonnellate per anno e contribuisce per il 14% dei prodotti ittici che si trovano sul mercato. La maggioranza delle produzioni (89%) deriva da pratiche di acquacoltura e solo in minima parte dalla pesca su banchi selvatici. Questo implica una forte domanda di novellame per l’approvvigionamento degli allevamenti, che nella maggior parte dei casi viene soddisfatta dal recupero in ambiente naturale e in alternativa o in combinazione alla fornitura mediante riproduzione controllata (schiuditoio).

Nel contesto nazionale la molluschicoltura emiliano-romagnola è la più importante quantitativamente e qualitativamente, è identificabile nell’allevamento su larga scala di due specie ed una terza in via di sviluppo. Le prime due sono produzioni consolidate: la cozza e la vongola verace filippina. La produzione più recente, con quantitativi minori ma di alta qualità, è l’ostrica concava, coltivata in mare aperto e con possibilità di espansione anche negli ambienti lagunari.

La molluschicoltura necessita di ingenti quantità di esemplari allo stadio giovanile della specie che si intende allevare: il seme o novellame. Questo il più delle volte può essere recuperato direttamente in ambiente naturale in un sito più o meno distante dall’allevamento.

Su scala globale sono circa 400 le specie di molluschi che vengono sfruttate dall’uomo per scopi alimentari e tre su quattro di queste specie sono selvatiche, ovvero vengono pescate. Affinché queste risorse si conservino nel tempo, è necessario mettere in atto una serie di misure volte alla loro salvaguardia. con la difesa della risorsa e dell’habitat in cui essa vive e si sviluppa. Purtroppo nella maggior parte dei casi misure di tutela di una risorsa vengono adottate troppo tardi, ovvero quando la consistenza della risorsa stessa è già compromessa per vari motivi.

L’analisi della attuale situazione riguardo all’approvvigionamento di seme per le tipologie di molluschicoltura praticate lungo le coste dell’Emilia-Romagna dimostra che l’approvvigionamento di seme è un problema di cui soffre più che altro la venericoltura. La riduzione del reclutamento degli ultimi anni è un fenomeno evidente di cui non si conoscono ancora le cause. Tale fenomeno non ha carattere locale, ma è diffuso a livello nazionale, per cui è probabile che le cause siano di carattere generale, tra le ipotesi la riduzione dello stato trofico dell’Alto Adriatico e la diminuzione degli stock nelle aree più a nord. Conseguentemente non è possibile fare previsioni per le prossime stagioni, ovvero se il fenomeno si inasprirà ulteriormente o si attenuerà.

Per queste ragioni è opportuno affrontare la problematica su entrambi i fronti; cercando quindi di comprendere le cause del ‘declino del seme selvatico’ ed eventualmente intervenire per ridurne gli effetti ricorrendo a tutte le misure necessarie per compensare la scarsità di seme, compresa la fornitura da schiuditoio. Volendo destinare risorse economiche con l’obiettivo di mitigare il problema, sarebbe più sensato, in prospettiva dei risultati attesi, investire sul miglioramento della produttività delle aree nursery.

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