di Giada Magnani
San Biagio. Quei due chilometri non s’han da fare. O meglio: non si dovrebbero fare così come sono stati pensati 50 anni fa, nel lontano 1968, nonostante i residenti di quella zona di San Biagio (Via Patuzza, Pioppine, Cascine e Morari, quest’ultima interessata da uno svincolo inserito nel progetto all’ultimo minuto) hanno già all’epoca presentato osservazioni e sollevato obiezioni.
Rilievi e contestazioni rimasti ancora senza risposte, ma culminati nel 2004 con lo stop imposto dal Tar a fronte di vizi formali emersi in fase di esproprio dei terreni.
Parliamo dell’ultimo lotto della variante alla Statale 16, in territorio argentano. Azzerata la procedura, da allora il progetto per la realizzazione della variante della Statale 16, nel suo tratto finale, tra Argenta-Ponte Bastia, ha ripreso il suo iter.
Ora il cantiere Anas dovrebbe partire nel 2021/22, grazie a finanziamento statale di 107 milioni di euro.
Il tratto in questione, lungo 8 chilometri, dovrebbe congiungere il capoluogo comunale con Ponte Bastia, attraversare il fiume Reno con un nuovo ponte parallelo a quello della ferrovia, e finire la sua corsa con uno svincolo posto nell’area artigianale di Lavezzola, in territorio romagnolo. Obiettivo principe il collegamento diretto su gomma tra Ferrara, Ravenna e il suo porto.
In una partecipatissima assemblea cittadina, convocata dal neocostituito “Comitato Nuova SS16” con il sostegno del gruppo consigliare della Lega, nella sala teatro del circolo Acli di Via Chiesa a San Biagio, si è discusso dell’opportunità o meno di apportare modifiche a un tracciato che, in quel punto, lambisce le case ed aziende, ne invade cortili e giardini. Un incontro dal titolo “La variante del buon senso”, che ha visto partecipare esponenti politici di tutti i partiti.
“Noi non siamo contro la strada – ha precisato il portavoce del Comitato, Luciano Leoni -, ma vorremmo cambiarne la traiettoria in quei paraggi. Una variante alla variante insomma, una alternativa possibile, e non solo in linea retta anzichè curva, come è previsto ora, ma per allontanare di un centinaio di metri, verso terreni prettamente agricoli, la carreggia troppo a ridosso appunto di immobili e loro pertinenze. La cosa si può fare senza aggravio di costi e tempi”.
Il sindaco Andrea Baldini pur non schierandosi convenendo sul fatto che l’attuale ma vecchio progetto “è ormai inadeguato per il traffico di oggi”, teme che l’eventuale ritocco al disegno originario “possa far lievitare oneri, produrre ritardi, lungaggini burocratiche, se non addirittura mettere a rischio la realizzazione stessa della strada”.
Una strada che comunque sopporterebbe meglio un traffico giornaliero di 20.000 mezzi, soprattutto pesanti, che causano innumerevoli incidenti. Ne varrebbe dunque la pena? Da qui l’impegno del primo cittadino a discuterne nelle sedi opportune, a partire dal summit tematico di aprile con Anas. Con l’intendimento di “lavorare insieme per raggiungere il miglior risultato possibile” si è chiuso l’incontro.
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