Goro
6 Febbraio 2020
Lo spunto da una lettera anonima: apparterrebbe a una parente dei due fratelli pescatori indagati per omicidio (che non sono i figli di Ido Gianella). L'avvocato della famiglia “Sarebbe una svolta importante”

Individuata la tomba che forse nasconde i vestiti mai trovati di Willy Branchi

di Daniele Oppo | 3 min

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La lettera anonima

Goro. Una grossa parte di verità sull’assurda morte di Willy Branchi potrebbe essere nascosta in una tomba del cimitero di Goro, dove è sepolta una persona legata ai due fratelli pescatori oggi indagati per l’omicidio.

A dare lo spunto di questa nuova svolta alle indagini è stata una lettera anonima ricevuta a metà novembre dal giornalista Nicola Bianchi de Il Resto del Carlino – che anni fa, raccogliendo le dichiarazioni di don Tiziano Bruscagin, ha permesso la riapertura del cold case – che suggeriva che i vestiti scomparsi del 18enne, trovato nudo, sarebbero stati nascosti dagli assassini nella tomba di una loro parente deceduta proprio in quei giorni.

Da questo suggerimento sono partite le indagini difensive svolte dall’avvocato Simone Bianchi, che assiste la famiglia di Willy nella incessante ricerca della verità. “Sono riuscito a individuare una tomba ben precisa nel cimitero di Goro con le caratteristiche descritte nella lettera”, spiega proprio il legale, che ha presentato alla procura un’istanza di sequestro affinché vengano svolti tutti gli accertamenti del caso. “È chiaro che se venissero trovati i vestiti di Willy sarebbe una svolta molto importante”, afferma ancora Bianchi.

L’avvocato Simone Bianchi

È un passo importantissimo nella lunga e difficile indagine. La lettera anonima e manoscritta, acquisita nelle carte dell’indagine e il cui autore sembra essere stato individuato da tempo, suggerisce che “qualche giorno dopo la morte di Willy, morì una signora”, che viene identificata nella professione svolta.

“A quanto pare – continua l’anonimo –  i vestiti mai trovati di Willy, vennero sepolti nella bara di questa signora. Questo è quello posso dire, invitandovi a controllare in anagrafe le morti nei giorni seguenti”. L’avvocato è riuscito proprio a incrociare questi dati e arrivare alla tomba in questione. Ed è ancora la lettera a dire che la signora deceduta avrebbe avuto “un grado di parentela, che non conosco […] con due persone indagate”, altro elemento riscontrato e verificato tramite le indagini del difensore.

Le due persone indicate sarebbero proprio i due fratelli pescatori di Goro già iscritti nel registro degli indagati e il cui nome, finora almeno, non è stato fatto da nessuno. Si possono però escludere due persone già finite nell’inchieste, anche loro due fratelli: “Posso escludere che siano i figli di Ido Gianella – spiega l’avvocato Bianchi, riferendosi all’uomo sulla cui tomba qualche mese fa comparve la scritta ‘assassino’ -. Lo dico per deduzione logica perché sono persone offese dal reato di calunnia per il quale la procura ha chiuso le indagini nei confronti di don Bruscagin”, che li aveva indicati come coinvolti nell’omicidio.

Fra gli indagati per quella brutalità rimane invece Carlo Selvatico, da poco iscritto per concorso in omicidio, che la famiglia Branchi chiede che venga chiamato a rispondere anche per le parole pesantissime pronunciate contro Luca, il fratello di Willy, all’uscita dalla caserma dei carabinieri di Goro, quando lo accusò di non averlo protetto: “Verrà querelato”, assicura l’avvocato Bianchi.

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