Goro
10 Ottobre 2019
La parola vergata con un pennarello rosso comparsa nella tomba di una persona già coinvolta nell'indagine sulla morte di Willy

Omicidio Branchi. La scritta “Assassino!” sulla lapide di un uomo

di Daniele Oppo | 1 min

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Prima ha provato a fuggire dai carabinieri in auto poi, dopo essere uscito di strada, a piedi. È quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 17 aprile, quando una pattuglia dei militari di Goro ha notato una Volkswagen Golf guidata da un uomo che stava girando ad alta velocità per le vie del paese

Goro. “Assassino!”. È la scritta vergata con un pennarello rosso apparsa sulla lapide di un uomo il cui nome è in qualche modo entrato nell’indagine sull’omicidio di Willy Branchi.

La scritta – già oscurata con delle vernice dorata – è stata scoperta domenica sulla tomba di Ido Gianella, l’uomo morto nel 2003, a 82 anni, che don Tiziano Bruscagin indicò più volte agli inquirenti e al pm Giuseppe Tittaferrante come colui che, almeno secondo le voci di paese da lui sentite, avrebbe ucciso il giovane 18enne “perché era macellaio” (Willy venne trucidato con una pistola da macello, ndr).

Più di recente il sostituto procuratore Andrea Maggioni, che ha preso in mano il caso, ha indagato il don per calunnia proprio per quelle affermazioni, indicando come parti lese i figli di Gianella, anche loro tirati in ballo dal prete per aver collaborato col padre per far sparire il cadavere. Sempre sul fronte delle indagini sulla morte di Willy, a maggio la procura ha aperto un fascicolo a carico di due persone – che sono due fratelli da quanto si sa – che sarebbero coinvolte nell’omicidio.

Nel cimitero di Goro si sono recati anche i carabinieri, che ora indagano per individuare l’autore  della scritta.

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