Politica
5 Febbraio 2020
La presa di distanza caldeggiata dall'opposizione non arriva in consiglio. Fabbri: "Dialogo tra due persone, se avessi avuto dubbi non sarei andato a La7 ma in procura"

La maggioranza non vuole le dimissioni di Solaroli

di Elisa Fornasini | 5 min

Leggi anche

Le inadempienze che ostacolano l’attività consiliare

Anna Zonari, consigliera comunale de La Comune di Ferrara, desidera "richiamare l'attenzione su alcune persistenti inadempienze che, a mio avviso, ostacolano il corretto svolgimento dell'attività consiliare e il pieno esercizio del mio mandato"

Quanto sono cambiate le pratiche del caporalato?

Intervento di Ilaria Baraldi, Portavoce della Conferenza Donne democratiche di Ferrara. "Andare a votare e votare 'si' ai 5 referendum un primo indispensabile passo per costruire un modello di società più giusto e equo"

25 Aprile. Quello che non è stato compreso

L’elemento storico e politico che distingue la violenza nazifascista dagli episodi violenti è l’imputabilità dei primi a una volontà diretta dei vertici nazifascisti di insanguinare, prima negli anni del regime e poi nella lenta ritirata, il nostro paese

(foto di Alessandro Castaldi)

La terza è la volta buona. Dopo tre consigli comunali, l’ammutinamento dell’opposizione si interrompe per spezzare un altro silenzio, quello della maggioranza, sul caso Solaroli. Ma quello che ottiene è una discussione di quasi due ore e mezza in cui la maggioranza vota in maniera compatta contro la richiesta di dimissioni del consigliere leghista perché, per usare le parole del sindaco Alan Fabbri, si tratta di un “dialogo tra due persone registrato a insaputa di uno dei due” o, per citare la forzista Diletta D’Andrea, “non mi interessa nulla di un dialogo con toni da bar”.

Eppure era una discussione attesa dai ferraresi, che hanno riempito l’aula per seguire l’ordine del giorno depositato il 20 gennaio da Pd, Azione Civica e Gente a Modo, “non completamente consono alle competenze del consiglio e non condivisibile” si legge nelle quattro risoluzioni presentate due settimane dopo da Lega, FdI, FI e Ferrara Cambia.

“Arriviamo finalmente alla discussione sul comportamento intimidatorio di Solaroli che getta ben più di una semplice ombra sulla gravità del fatto e su come è stato gestito in seguito – tuona in apertura Ilaria Baraldi -, annichilito da un silenzio complice da parte dell’amministrazione che è letteralmente scappata dalla discussione per settimane, nascosta dietro dirette Facebook e comunicati stampa nel tentativo di sminuire un fatto gravissimo“.

La presa di distanza caldeggiata da tutta la minoranza non arriva, e per la consigliera dem significa una sola cosa: “Per voi è normale promettere un posto di lavoro per mettere a tacere una consigliera, che come tutte le altre donne che finiscono nel mirino del metodo Naomo è oggetto di violenza verbale e rozzo machismo, e chi lo fa rimane al suo posto”.

Solaroli avrebbe potuto annuire ma è stato il grande assente della seduta. E allora è Ciriaco Minichiello a rispondere all’appello di Dario Maresca (Gente a Modo) che invita i colleghi seduti dall’altra parte a “trovare il modo di comunicare il vostro dissenso, altrimenti si alimenta il sospetto che i tentativi di zittire il dialogo interno ci siano davvero e i prossimi cinque anni saranno un inferno per voi”.

Non ci sentiamo presi a calci nel sedere da Naomo – irrompe il suo avvocato leghista -, siamo liberi di esprimere anche posizioni diverse, ma ci saremmo aspettati anche la richiesta di dimissioni di Anna Ferraresi perché non è una vittima. Non ci faremo intimidire dalla macchina del fango che strumentalizza l’accaduto e monta ad arte servizi faziosi e altamente lesivi dell’immagine della città. È un reato impossibile e voi non siete certo verginelle, pensate all’identico caso del deputato Luca Lotti”. “Perché dovrei dimettermi io? Come minimo vi dovreste vergognare” ribatte la diretta interessata.

Se Roberta Fusari (Azione Civica) chiede quantomeno di “censurare questi comportamenti, altrimenti si lascia spazio a dubbi che ne siate vittime o fautori” in una “campagna elettorale permanente ammessa dal vicesindaco che compromette il futuro di questa città”, Aldo Modonesi invita il sindaco a “prendersi le sue responsabilità senza trovare scuse o alibi” in quanto “nessuno di noi si è mai sognato di lanciare un Peruffo-storming, o dire a Cavicchi ‘ti faremo un culo così'”. E invece “gli autori dello shitstorming da otto mesi sono pagati da noi e almeno tre persone del suo staff hanno il compito di valutare quale avversario politico attaccare, ‘giusto o sbagliato che sia’” (citazione del vicesindaco Nicola Lodi, rimasto silente per tutta la seduta).

Alla fine prende la parola Alan Fabbri: “Mi dispiace si sia arrivati a uno scontro così forte, se ne poteva discutere tranquillamente prima. Rigetto al mittente le accuse di una mia complicità in un dialogo tra due persone registrato a insaputa di una delle due, su questo sarà la giustizia a intervenire. Non mi è piaciuto il dialogo né la sua trasposizione mediatica perché se avessi avuto il dubbio non sarei andato a La7 ma direttamente in procura. Non vuol dire che condivida tutti gli atteggiamenti o i modi di comunicare, ma non sono un censore”.

Insomma, niente querele (“su di me si potrà dire tutto, che sono xenofobo, razzista, pazzo, fuori forma, ma sono abituato a essere offeso e non ho mai querelato nessuno e mai lo farò perché ognuno ha il diritto di esprimersi“) o dimissioni (“non mi permetterei mai di chiedere le dimissioni di un consigliere democraticamente eletto, come non lo chiedo alla consigliera condannata per danno erariale”, in realtà si tratta di una sanzione amministrativa per Caterina Ferri ndr) ma una promessa: “Siamo una squadra compatta e forte che continuerà ad amministrare con serietà e trasparenza”.

Serietà dimostrata da Francesco Carità di Ferrara Cambia che “prendendo le distanze da qualsiasi atteggiamento tenuto dai rappresentanti delle istituzioni che vada a ledere la credibilità degli organi amministrativi e risulti tale da ingenerare sentimenti di sfiducia e conseguente allontanamento del cittadino dalla politica” incassa l’unanimità alla sua risoluzione.

Come prevedibile, viene respinto l’odg mentre vengono approvate le altre tre risoluzioni di Lega per “tenere alta l’attenzione sulla diffusione non autorizzata di dialoghi, chat e messaggi privati”, Fratelli d’Italia per “contrastare fermamente l’uso di minacce, offese personali e ricatto antidemocratico” e Forza Italia per “non coinvolgere il consiglio comunale in valutazioni su episodi o fatti la cui competenza attiene ad altri organi”.

Il segnale più forte viene però dal pubblico, dai cittadini che danno le spalle al consiglio durante la votazione dall’esito scontato. “Se tanto non c’è niente perché Solaroli non è qui?” è l’ultima riflessione di Simone Merli in veste di “cittadino ferito dal danno d’immagine fatto da Solaroli”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com