Attualità
28 Gennaio 2020
Tecnica chirurgica ortopedica all’avanguardia messa in atto dall’equipe guidata dal prof. Leo Massari

A Ferrara impiantata una protesi d’anca costruita in 3D

di Redazione | 2 min

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Nel mese di ottobre 2019 è stata impiantata ad una paziente ferrarese di 70 anni, con un grave problema di mobilizzazione asettica di una componente della protesi dell’anca (quella del bacino),una protesi in titanio costruita con lavorazione speciale sulla base di un modello costruito con stampanti 3D.

“Si è trattato di una paziente – spiega il prof. Leo Massari, direttore della Clinica Ortopedica dell’Università e dell’Unità Operativa di Ortopedia dell’ospedale di Cona – con esiti di lussazione congenita dell’anca, già più volte operata per re-impianti della parte del bacino della protesi (o cotile protesico) che presentava una nuova mobilizzazione con grave perdita di osso del bacino. In questi casi un nuovo intervento di reimpianto (sostituzione del cotile protesico) deve necessariamente prevedere l’ancoraggio sull’osso residuo ma in questo caso le protesi usualmente utilizzate non ce lo consentivano e, pertanto, abbiamo richiesto la collaborazione dei bioingegneri”.

L’impianto definitivo in lega di titanio prima della sterilizzazione

La preparazione all’intervento ha comportato lo studio mediante una speciale TAC con ricostruzioni bidimensionali e tridimensionali della zona da operare, la ricostruzione della anatomia alterata con la stampante 3D (foto 1) e la ricerca di possibili soluzioni che hanno poi portato alla costruzione dell’impianto definitivo (foto 2) ed all’intervento chirurgico finale (foto 3).

L’intervento, molto complesso, è perfettamente riuscito, anche grazie alla collaborazione del personale infermieristico e degli Anestesisti, e la paziente ora ha ripreso a camminare senza particolare dolore e con un’ottimale mobilità dell’anca.

Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione tra ortopedici, radiologi dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara e bioingegneri di una ditta italiana, “LIMA SpA” di San Daniele del Friuli, che hanno costruito le prime “prove” con stampanti 3D e poi, dopo discussione e confronto con il chirurgo, l’impianto definitivo in lega di titanio con tecnologia particolare delle polveri di titanio.

La radiografia dopo l’intervento con il cotile “custom made” impiantato

Praticamente un impianto “su misura” che ha consentito al prof. Massari ed alla sua equipe di risolvere un problema clinico grave in una paziente già più volte operata e con un’importante perdita di osso nel bacino.

“In futuro è prevedibile che questo tipo di interventi, e di impianti “custom made” (costruiti su misura), saranno sempre più utilizzati – afferma Massari –, visto l’aumento dei pazienti portatori di protesi articolari (anca e ginocchio); pertanto le collaborazioni interdisciplinari e “interaziendali” proseguiranno e si incrementeranno con sempre maggiore esperienza”.

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