Politica
24 Gennaio 2020
Il difensore del consigliere comunale della Lega respinge la fondatezza delle accuse: “Tentativo di strumentalizzazione della giustizia penale”

Caso Solaroli, l’esposto di Zamorani è già sul tavolo della procura

di Daniele Oppo | 3 min

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Nessun procedimento aperto d’ufficio, ma sul tavolo della sostituta procuratrice Ombretta Volta c’è l’esposto presentato da Mario Zamorani nei confronti di Stefano Solaroli, il vicecapogruppo della Lega in Consiglio comunale registrato dalla collega Anna Ferraresi mentre le offriva un lavoro comunale – in realtà poi nel servizio privato del trenino turistico – a patto che si levasse di torno.

Al momento non risulta ancora alcuna iscrizione nel registro delle notizie di reato, ma dovrebbe essere questione di ore, giorni tuttalpiù.

Nel suo esposto, lo storico esponente dei radicali di Ferrara e oggi candidato alle regionali nella lista di +Europa indica alla magistratura tre ipotesi di reato: concussione, induzione indebita o traffico di influenze illecite. Chiede anche che venga valutata la posizione del sindaco Alan Fabbri e del vice Nicola ‘Naomo’ Lodi, che secondo quanto riferito dallo stesso Solaroli alla Ferraresi erano a conoscenza dell’offerta e d’accordo nel proporgliela.

L’avvocato Carlo Bergamasco, difensore di Solaroli, respinge la fondatezza delle ipotesi. “Leggo che la fattispecie di reato adombrata nell’esposto sarebbe la tentata concussione – afferma in una nota inviata alla stampa -. Mi sento in dovere di segnalare che questa ipotesi appare, in base a quelli che sono i contorni noti della vicenda, difficilmente fondata, forse addirittura fantasiosa. La concussione, secondo l’art. 317 c.p., è un reato che presuppone una costrizione, esercitata da un pubblico ufficiale abusando della propria funzione, con lo scopo di farsi dare o promettere denaro o altra utilità”.

“L’altro reato ipotizzato, l’induzione prevista dall’art. 319 quater c.p., non prevede la costrizione, ma si fonda sul medesimo presupposto dell’abuso della qualità o dei poteri del pubblico ufficiale – prosegue il legale -. Ora, supponendo che il pubblico ufficiale in questione sia Solaroli, e valutando i fatti alla luce della registrazione audio diffusa dalla trasmissione Piazzapulita, risulta evidente, da un lato, che non c’è stata nessuna minaccia, nessuna pressione, nessuna costrizione. Altre vicende, che hanno recentemente meritato gli onori delle cronache, pur senza la divulgazione di conversazioni registrate, presentano ben più palesi elementi che potrebbero far pensare ad una costrizione, nel senso che propriamente si deve attribuire a questa parola”.

“Risulta evidente anche un altro fatto: prospettare la possibilità di impiego in un’azienda privata ben difficilmente può essere considerato un abuso delle qualità e poteri di un consigliere comunale”, afferma l’avvocato Bergamasco, ma va rilevato che il suo assistito prospettò a parole un posto comunale, anche se poi di fatto non era (e non poteva) essere così. “Del resto, già alla luce del servizio dell’emittente La 7, la natura privata dell’impiego offerto ad Anna Ferraresi è indubitabile. L’amministratore dell’impresa che gestisce il servizio in questione, intervistato, ha rivendicato la sua piena autonomia di gestione, e si deve ritenere che se costui avesse subito una qualche forma di pressione, non avrebbe avuto occasione migliore di rivelarlo, se non durante l’intervista”, sostiene ancora il legale.

“In altre parole, ravvisare in questa vicenda gli estremi di una “pressione”, nei termini lamentati dall’esposto per come ricostruito dalla stampa, mi sembra un’impresa molto difficile, sotto un profilo giuridico”, afferma Bergamasco che poi dà una lettura politica della vicenda: “Mi riesce veramente arduo non cogliere in questa iniziativa l’ennesimo tentativo di strumentalizzazione della giustizia penale per un fine che io disapprovo profondamente, come cittadino prima ancora che come avvocato. Intendo riferirmi al fatto che, ormai da anni, la politica rinuncia ai suoi veri contenuti e si getta a capofitto nella ricerca di una supplenza della magistratura, per cui risulta comodo e semplice conquistare le prime pagine con un dibattito i cui contenuti sono le inchieste a carico di Tizio o i precedenti penali di Caio, mentre sarebbe molto più impegnativo, ma a mio avviso doveroso, parlare del fallimento della banca del territorio, dei problemi della sanità, dei pubblici esercizi che chiudono o di altri problemi che la cittadinanza affronta quotidianamente”.

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