Cronaca
22 Gennaio 2020
Entrambi i locali di via Arianuova chiusi dalla Polizia: un minimarket per 60 giorni e una rosticceria per 10. Avevano venduto birra a delle minorenni durante una serata “no alcol’ in discoteca

Alcolici a delle ragazzine, licenza sospesa per due esercizi pubblici

di Daniele Oppo | 2 min

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Sono entrambi in via Arianuova, e non per un caso, i due esercizi pubblici destinatari di un provvedimento di sospensione della licenza firmato dal questore Giancarlo Pallini per aver venduto alcoli a delle ragazze, tutte minorenni.

Si tratta di un minimarket gestito da un cittadino del Bangladesh e di una rosticceria cinese. Entrambi hanno venduto della birra, il primo a tre ragazzine di meno di 16 anni e il secondo a una sola, 16enne. Il tutto mentre nella vicinissima discoteca ‘College’ c’era una serata esplicitamente ‘no alcol’ e proprio i servizi di controllo all’ingresso hanno dato il via alle segnalazioni. “Chi era all’ingresso – spiega Emanuela Napoli, dirigente della divisione della Polizia amministrativa – ha visto le ragazze entrare con bottiglie o lattine di alcolici, le ha fermate, ha ritirato l’alcol e poi siamo stati avvisati. Da lì sono nati gli accertamenti per capire da dove arrivava l’alcol”.

Arrivava soprattutto da un minimarket non nuovo a irregolarità e sospensioni della licenza, tant’è che il questore lo ha chiuso questa volta per 60 giorni e vista la recidiva quando riaprirà, dovrà chiudere alle 20,30. Se riaprirà, dato che in contemporanea è arrivata la richiesta al prefetto di revocare del tutto la licenza. Nell’ultimo caso, invece, il colpevole era il titolare della rosticceria, dove una ragazzina è andata “un po’ perché poteva farlo di nascosto, un po’ perché delle amiche le avevano detto che loro avevano già comprato alcol lì”. Qui la chiusura, essendo la prima volta, è di ‘soli’ 10 giorni e poi orario ridotto per un anno (è arrivata anche una sanzione per aver venduto alcol al di fuori dell’orario consentito).

“La responsabilità è degli esercenti che non prestano attenzione, non chiedono l’età, non chiedono documenti”, afferma ancora Napoli.

Un consuntivo dell’ultimo, fatto dal commissario Andrea Trombetta, sulle chiusure dei locali disposte dal questore in base all’articolo 100 del Tulps parla di 17 provvedimenti, 9 a carico di esercenti italiani, 8 per titolari della licenza provenienti dal Bangladesh, 5 cinesi e 4 nigeriani. Di tali provvedimenti, 11 hanno riguardato la vendita di alcol, 8 la violazione del regolamento comunale e altri 8 per violazione del ‘decreto Minniti’ sul degrado urbano.

“Siamo orgogliosi che diverse discoteche abbiano adottato le serate ad alcol zero – afferma Trombetta -. Anche i genitori sono favorevoli”. E a tal proposito, aggiunge la dirigente della divisione Pasi a proposito dei casi in cui vengono segnalati minori ubriachi, “quando vengono qui queste mamme e papà, portano anche il fratello o la sorella maggiori: è un segno che il nucleo familiare è attento”.

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