di Giuseppe Malatesta
Comacchio, Goro. “Per rimanere liberi bisogna, un bel momento, prendere senza esitare la via della prigione”. In tempi per lui non sospetti, Matteo Salvini cita Giovannino Guareschi (‘papà’ di Don Camillo e Peppone) nel buongiorno social al Delta ferrarese, alla “splendida Comacchio” da cui parte il giro elettorale che toccherà anche Goro, essenzialmente territori in cui la sua Lega può ‘statisticamente’ dormire sonni tranquilli.
L’appuntamento in centro storico, a pochi passi dal Municipio lagunare, raduna sotto il gazebo leghista un discreto numero di persone, ‘compagni’ di partito e sostenitori dell’ex ministro dell’Interno, la deputata comacchiese Maura Tomasi, i militanti della Lega Giovani nonché la candidata locale, l’altrettanto giovane Veronica Negri. L’accoglienza dei presenti è più che calorosa.
“Che soddisfazione, mi dicono che c’è più gente questa mattina per un caffè che ieri sera per l’aperitivo con Bonaccini” parte Salvini. “Quest’aria si respira ovunque, non solo a Comacchio. E loro (gli avversari del Partito Democratico, ndr) hanno una paura terribile, noi siamo avanti e loro sono passati alle minacce e alle intimidazioni”. “Bonaccini, che ha tolto i simboli del Pd e sembra il candidato di Marte, sceglie poi i suoi candidati tra i migliori amministratori del territorio, come il sindaco di Comacchio: mi sfugge, sul suo manifesto c’è scritto Affittasi o Vendesi?”.
Insieme alle stoccate agli avversari, le spiagge e direttiva Bolkestein, le politiche della pesca e la pressione fiscale sono i temi del breve comizio, i più sentiti da una comunità costiera che con il mare ‘ci mangia’, “nonostante stiano facendo di tutto per mettere a rischio le vostre imprese”. E a proposito di imprese, “mentre c’è chi a Comacchio autorizza la nascita di un ennesimo centro commerciale, noi porteremo anche in Emilia il modello Veneto, che vede l’addizionale regionale Irpef azzerata” promette. In chiusura, dal palco di Comacchio, l’invito ad un “voto che cambierà la storia: non lasciate che siano gli altri a decidere, il 26 gennaio andate a votare dimostrando di essere un popolo che vive con orgoglio e coraggio. Andiamo a vincere in questa splendida terra e poi io mando a casa Conte, Renzi e Di Maio”.
“Abbiamo combattuto e continueremo a combattere per difendere la pesca italiana” ripete Salvini anche a Goro, a trenta chilometri più a nord, tra i pescatori di una marineria riconosciuta come eccellenza italiana della molluschicoltura. Anche in questo caso sostenitori e ‘sorrisoni’ non mancano tra il pubblico, a due passi dal mercato ittico e dal porto commerciale. “Qualche scemo vuole che gli italiani mangino pesce di pessima qualità proveniente dall’altra parte del mondo: mangiare italiano fa meglio alla salute e difende il lavoro del territorio. Quando combattevamo per difendere le vostre vongole ci prendevano per scemi. Ma siamo testoni e ce l’abbiamo fatta”.
“Non mollare Matteo” urlano dal piazzale. “Mi devono arrestare per fermarmi” ribatte lui. “Va bene che non manca molto, ma non mollo, neppure da dietro le sbarre: scriverò ‘Le mie prigioni’ come Silvio Pellico, o inventerò un nuovo format televisivo” aggiunge da buontempone.
“Conto su di voi per un voto fondato sul lavoro, non sul parassitismo e sui mantenuti. Voi contate pure su di me, spero di tornare presto e di nascosto per pescare insieme a voi” conclude con un nuovo appello al voto in cui effettivamente non cita la candidata presidente Lucia Borgonzoni.
Galleria fotografica tratta dalla pagina Facebook di Matteo Salvini
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