Politica
20 Gennaio 2020
PiazzaPulita incontra il fondatore del gruppo Sergio Tracchi: “State fomentando l'odio". "Ed è sbagliatissimo"

I Pinguini Estensi rischiano l’incriminazione per vilipendio al Capo dello Stato

di Redazione | 2 min

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Sono già iniziate le indagini della magistratura per verificare i responsabili dei reati commessi all’interno del gruppo Facebook de I Pinguini estensi.

Gli inquirenti hanno iniziato a sentire le prime persone informate sui fatti e procedono, oltre che per diffamazione a mezzo stampa, anche per vilipendio al Capo dello Stato. Reato, quest’ultimo, procedibile d’ufficio (non occorre querela di parte) e punibile fino a cinque anni di reclusione.

Il caso è nato da un’inchiesta di Estense.com, che ha reso pubblici alcuni dei terribili post e commenti apparsi sulla pagina gestita in quel momento da nove persone, riconducibili per la maggior parte alla Lega di Ferrara.

Dai successivi articoli era nata la querela di Ilaria Cucchi, che ipotizzava i reati di associazione a delinquere, istigazione e apologia di reato.

Proprio i Pinguini estensi sono stati giovedì scorso tra i protagonisti di un servizio di Piazzapulita. Un servizio passato in secondo piano in virtù dello scandalo dell’offerta di lavoro del consigliere della Lega di Ferrara Stefano Solaroli ad Anna Ferraresi.

Il fondatore del gruppo, ora chiuso, è stato raggiunto dal microfono di Alessio Lasta. Segio Tracchi, edicolante con il pallino delle pagine facebook pro Lega (amministra anche Ferrara Real Time) ha spiegato in un primo momento che “il gruppo è nato come goliardico”. “Ma cosa c’è di goliardico nel mettere la faccia di Mattarella, Carola Rackete, Ilaria Cucchi e augurare la morte, offendere ecc..?” gli chiede il giornalista.

“Io mi dissocio” è stata la risposta imbarazzata.

Il sevizio mostra quindi la redazione di Estense.com, presa anch’esso di mira dai Pinguini estensi e prima ancora dagli haters leghisti, dopo che “con le sue inchieste – spiega Lasta – ha scoperto il passato giudiziario di Nicola Lodi”. Da lì si passa allo shitstorming dell’allora responsabile della comunicazione Michele Lecci, ora portavoce del sindaco Alan Fabbri. Alle telecamere il direttore Marco Zavagli spiega le quattro fasi in cui si articolava l’attacco – una sorta di chiamata al linciaggio mediatico – smascherato dal nostro giornale.

“Ma non è vergognosa questa cosa?” riprende il servizio con l’intervista a Tracchi. “Fa schifo”. è la sua risposta. “Perché non li ha cancellati?”. “Perché non ho fatto in tempo a vederli. Mi ha fatto male. Cancello tutto. Sono stato un pirla a non cancellare”.

“Stiamo fomentando l’odio così”, gli fa notare Lasta. “Ed è sbagliatissimo…”, ammette Tracchi singhiozzando.

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