“L’autosospensione è uno strumento che non esiste per un consigliere comunale.
Non esiste negli articoli del Tuel, il Testo Unico degli Enti Locali, che regola il corretto svolgimento della vita amministrativa. Non esiste nello Statuto del Comune di Ferrara.
In Consiglio o ci si dimette o ci si rimane. E se ci si rimane, bisogna obbligatoriamente essere iscritti a un gruppo consiliare”.
Commenta così il capogruppo Pd in consiglio comunale la decisione di Stefano Solaroli, avvallata dal gruppo della Lega e dal partito, di svicolare alle dimissioni che anche la candidata del Carroccio alla presidenza della Regione riteneva scontate.
Va detto però che Solaroli non si è autosospeso dalla carica di consigliere, bensì da quella di militante: l’unica cosa che si preclude, quindi, è solo l’attività di partito (cene elettorali, propaganda, votazioni congressuali…).
“Non ci si può autosospendere – riprende Modonesi -. A patto di non voler prendere in giro un’istituzione e un’intera città. E purtroppo è proprio questo lo spettacolo cui stiamo assistendo in queste ore. La Lega non ha il coraggio, la coscienza, il senso di responsabilità e il rispetto per il ruolo che riveste, che imporrebbero di affrontare questa situazione con dignità e trasparenza”.
Lo stallo sta in una situazione “a cui avrebbe dovuto porre fine in un solo modo, l’unico possibile e accettabile: le dimissioni di Stefano Solaroli”.
Dimissioni che il Modonesi, insieme a Roberta Fusari e a Dario Maresca, “abbiamo chiesto, perché le parole di Solaroli che abbiamo sentito ieri a Piazza Pulita sono inquietanti: per le minacce che contengono e per il tipo di sistema, di metodo che sembrano rivelare. Un sistema distorto e violento di gestione dei rapporti, del dissenso, persino dei posti di lavoro”.
Le dimissioni sarà quindi materia di discussione in consiglio: “Noi la pensiamo così. Il sindaco Fabbri invece no, anzi apprezza “la volontà espressa da Stefano Solaroli di fare chiarezza e approviamo il suo gesto compiuto in nome della trasparenza”. E per farlo arriva addirittura a mangiare la faccia a Lucia Borgonzoni. Continua una brutta pagina per la nostra città e per la politica in generale, ormai in caduta libera. Dove la dignità, delle persone e delle istituzioni, viene evidentemente sacrificata sull’altare di altri interessi”.
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