Mesola
3 Gennaio 2020
Oltre cento opere dell’artista avellinese, tra installazioni, mosaici e disegni esposti tra il castello estense e Torre Abate

Il mosaico di Felice Nittolo in mostra fino 12 gennaio

di Redazione | 3 min

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Mesola. Si potrà visitare fino a domenica 12 gennaio al Castello di Mesola la rassegna dal titolo ‘Felice Nittolo. Terre d’acqua’, curata da Maria Rita Bentini e promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Mesola: oltre cento opere dell’artista avellinese, tra installazioni, mosaici e disegni.

C’è di più: per il finissage della mostra è stata organizzata un’ulteriore installazione con cinquanta ‘opere’ realizzate da altrettanti giovani delle classi quinte e prime medie dell’Istituto Comprensivo di Mesola, che tra ottobre e dicembre hanno visitato la mostra, traendone libere interpretazioni creative con materiali diversi, tra cui il mosaico.

L’artista ha voluto che i lavori dei giovani siano esposti al Castello insieme alle sue opere: per questo sabato 11 gennaio alle ore 10.30 gli studenti, insieme alle loro famiglie, alle autorità locali, al direttore didattico, alle insegnanti e allo stesso artista si incontreranno al Castello per ammirare quanto scaturito da questa bella esperienza.

Nel progetto espositivo che l’artista ha creato specificamente per Mesola c’è un pensiero pervaso d’emozione che nasce da un sentire ovunque, nell’immensità vivente nel paesaggio del Delta del Po, tra acque, verdi terre e cielo, la presenza misteriosa della luce.

La mostra, a dire il vero, invita il pubblico a compiere un viaggio-navigazione a partire da Mesola, nel susseguirsi delle sale espositive del castello estense, per arrivare a Torre Abate, nel cuore dell’antico bosco di pianura dove in passato gli uomini hanno tentato di governare la forza delle acque ed ora proteggono con saggezza un ecosistema unico, tra il mare e la terra. O viceversa, perché allo stesso tempo l’artista chiama il visitatore a “prendere le vele” da Torre Abate, per giungere infine nelle magiche stanze del castello.

Con questa ricchissima rassegna di opere degli ultimi quarant’anni, Felice Nittolo porta a Mesola il fascino contemporaneo del mosaico, che è innanzi tutto tessera, vale a dire un frammento prezioso di luce, oro, colore (quello intenso degli smalti veneziani), il principio primo della composizione. Ma nell’universo creativo dell’artista il mosaico è anche totalità, dunque gesto, azione, pittura e scultura, fino a divenire spazio immersivo, installazione in dialogo coi luoghi. Forse un modo di essere per l’artista stesso, che iconicamente è divenuto mosaico indossando un cappotto musivo, ed ha trasfigurato con un dinamico rivestimento di tessere auree la mitica vecchia Fiat Cinquecento, elevandola a pezzo unico di design.

Per Felice Nittolo, il mosaico con la preziosità dei suoi materiali è un linguaggio antichissimo eppure assolutamente contemporaneo. Un’arte incontrata a Ravenna, dove nei secoli d’oro la decorazione musiva divenne erede degli splendori della Roma tardo-antica e dell’Oriente bizantino, tra V e VI secolo: la sua grammatica è stata subito amata e poi trasgredita da Nittolo, da artista ribelle e appassionato qual è da sempre.

Terre d’acqua è in ogni caso molto più che un’antologica. E’ un paesaggio di segni e magiche evocazioni, che invita lo spettatore a vedere, ma soprattutto a sentire: l’incanto del mare e la sua superficie increspata che riflette la luce moltiplicandola con mille bagliori,  l’avventura del navigare tra ricerca dell’ignoto e desiderio di casa, lo sguardo al futuro attraverso la memoria. In una sola parola, la bellezza.

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