Cronaca
25 Dicembre 2019
La versione dell’artista di strada e del suo amico. Con un retroscena avvenuto una settimana prima

Aggressione al banchetto della Lega. Il busker denuncia per minacce

di Redazione | 4 min

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In mezzo all’aggressione avvenuta al banchetto della Lega e alle testimonianze divergenti, una cosa è certa. L’artista di strada e il suo amico non hanno nulla a che fare con i centri sociali. Non hanno nulla a che fare nemmeno con la politica.

Il busker finito nell’occhio del ciclone si chiama Jiri Maron. Ha 36 anni, è nato in Repubblica Ceca e ha documento italiano. E l’unica denuncia di cui siamo riusciti ad avere conferma per ora è la sua.

Jiri racconta una storia molto diversa da quella finita a suon di video, commenti e dirette su Facebook.

Il 36enne si trova da circa un anno a Ferrara. In passato ha girato diverse città del Belpaese. Crea bolle di sapone da 15 anni. E quella presentata alla questura estense è la sua prima denuncia. “Verso le ore 10 mi trovavo in centro città, in Corso Martiri della Libertà, e precisamente sul marciapiede di fronte alla tabaccheria Segnali di fumo”. Inizia così la sua ricostruzione di quanto avvenuto la vigilia di Natale.

Con lui era il suo amico Manuel, quello che viene ripreso nel video parzialmente pubblicato sui social e ripreso anche dalla candidata della Lega alla presidenza della Regione Lucia Borgonzoni.

Jiri si reca al bar di fronte per prendere due caffè. Manuel rimane sul posto, dove avevano lasciato zaini e attrezzi del mestiere. Quando esce con i bicchieri di carta in mano vede l’amico discutere animatamente con alcune persone accanto al banchetto della Lega. In mezzo due agenti della Municipale intenti a calmarlo. Lui rimane in disparte aspettando che la tensione si plachi. Ma invece di scemare “il litigio è proseguito, con alcune persone che seguivano Manuel e urlavano frasi anche contro di me”.

Lui risponde a tono e allora “un signore di corporatura robusta, vestito di nero con borsello a tracolla e un cappello nero si avvicinava e, dopo una breve discussione, mi dava uno spintone ricominciando a discutere”.

Arriva un agente che allontana lo sconosciuto, “ma lui tornava e ricominciava” e arriva a delle minacce: “per me – sono le parole riferita in denuncia da Jiri – è più facile romperti il naso, so dove dormi, ti ho già visto”. Lo spinge anche una seconda volta.

È a quel punto che il busker, “preso dal nervoso”, gli versa addosso il caffè che tiene in mano. L’altro lo spinge una seconda volta e il vigile lo allontana.

Dopo poco arriva anche la Digos e una pattuglia della Polizia di Stato. Jiri riferisce l’accaduto e indica la persona che lo aveva minacciato e spintonato.

Quanto al diverbio avvenuto in precedenza, in questura Jiri riferisce che non erano state proferite frasi ingiuriosi, ma “abbiamo discusso sul fatto che secondo loro noi non dovevamo stare in quel posto e che saremmo dovuti andare altrove, mentre noi volevamo restare per raccogliere qualche moneta con la mia esibizione artistica. Non sono state proferite offese da entrambi”.

In questura parla anche Manuel. È stato lui a dare il calcio, “ma solo per allontanarlo e difendere Jiri. Loro comunque hanno filmato tutto il tempo, quindi si potrà verificare quello che dico”.

Nel frangente in cui Jiri è all’interno del bar, Manuel sostiene di esser stato raggiunto da frasi quali “gente come voi non la vogliamo”. Lui replica rivolta a una signora che “questo è razzismo, siete razzisti”. La leghista ribatte (sempre nella ricostruzione del giovane) “razzista lo dici alla tua famiglia”, e qui scoppia la rabbia del ragazzo che viene avvicinato dalla Municipale.

C’è anche un retroscena che risale a una settimana prima. “Mentre mi stavo esibendo – racconta Jiri – è arrivato il vicesindaco con un ufficiale di polizia, non so di quale corpo -. Mi dice che non devo più dormire dove sto adesso perché i residenti si lamentano. Di fianco c’era un signore seduto e appoggiato al muro che chiedeva l’elemosina, ma a lui non ha detto niente. Mi sono arrabbiato e l’ho mandato a f…..o”.

Il vicesindaco e l’ufficiale si allontanano e “dopo circa un’ora arriva una pattuglia dei vigili che mi fa una multa di 173 euro”. Era il 18 dicembre. Nel verbale si legge che l’artista di strada “occupava abusivamente la strada urbana senza il prescritto titolo” e “abbandonava sul marciapiede allontanandosi” indumenti, zaini e attrezzi da giocoliere. Lui si era assentato qualche minuto per bere qualcosa di caldo.

Il giorno dopo, arriva una seconda multa. “Questa volta mi arrabbio molto – racconta Jiri – perché mi ero allontanato per andare davanti al duomo e avevo anche visto la pattuglia in macchina, avevo salutato gli agenti che mi avevano contraccambiato. E dopo 30 metri mi hanno fatto la sanzione”.

“Non so perché è successo tutto questo e perché hanno detto tante bugie – lamenta Jiri -. Io ho girato mille posti in Italia e non mi è mai successa una così così. A Salerno addirittura mi hanno accompagnato nell’ufficio comunale per darmi il permesso, a Lecce chi era allo sportello mi ha dato il biglietto da visita dicendomi che gente come me è benvoluta perché crea attrazioni per famiglie e bambini. Qui invece mi fanno sentire una persona indesiderata”.

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